17/11/2021

Import-export Vicenza-Slovacchia cresce oltre il 30% e supera il livello pre-pandemia

L’ambasciatore Karla Wursterová in visita in Confindustria Vicenza.

Si è svolto a Palazzo Bonin Longare l’incontro tra l’ambasciatore della Repubblica Slovacca in Italia Karla Wursterová e il Vicepresidente di Confindustria Vicenza con delega all’internazionalizzazione Giovanni Dolcetta

Un rapporto commerciale, quello tra l’industria berica e il paese centroeuropeo, forte di un rimbalzo post-pandemico esorbitante: nel primo semestre del 2021, rispetto allo stesso periodo del 2020, l’export vicentino verso la Slovacchia è infatti cresciuto di oltre il 36% (supera i 120 milioni), ma anche l’export della Slovacchia verso Vicenza ha fatto segnare un +33% (superando i 50 milioni). 

“Questa crescita è sicuramente un segnale positivo del processo di graduale ripartenza e ripresa della produzione industriale e manifatturiera in Italia e Slovacchia – spiega l’ambasciatore Wursterová -. Sia le esportazioni che le importazioni della Repubblica Slovacca nella prima metà del 2021 hanno superato di quasi un quinto il livello pre-pandemia. L'industria automobilistica, in particolare, ha avuto un effetto positivo sul saldo del commercio estero. L'economia slovacca si sta riprendendo più moderatamente a causa della terza ondata della pandemia, ma secondo le prime stime dovrebbe continuare a crescere. La crescita degli scambi tra le due aree è sicuramente anche un riflesso della domanda generalmente aumentata da parte di imprese e famiglie dopo un periodo di lockdown duro e senza precedenti con tutti i suoi effetti negativi su produzione e commercio. Sebbene le prospettive di crescita economica di entrambi i Paesi siano molto positive anche per quest'anno e per il prossimo, grazie anche ai finanziamenti per i fondi nazionali di ripresa e resilienza della Next Generation UE, è ancora molto difficile stimare ulteriori sviluppi in quest'area. Il livello delle esportazioni e delle importazioni è direttamente collegato agli sviluppi riguardanti la pandemia. Nonostante la pandemia non sia finita, al momento sembra essere almeno in parte sotto controllo. Resta quindi da ritenere che gradualmente l'incertezza che circonda la pandemia non sarà più così significativa e le aziende non dovranno aver paura di investire nuovamente. Ritengo, quindi, che il trend positivo della collaborazione commerciale con Vicenza continuerà e si intensificherà”. 

“A livello regionale, Vicenza è la provincia che esporta di più rappresentando per il 37% di tutto l’export veneto verso la Slovacchia – afferma Dolcetta – ma anche tenendo conto delle 10 province italiane che esportano di più in assoluto Vicenza è seconda solo a Brescia che, nel primo semestre di quest’anno, ha esportato appena 4 milioni e mezzo in più di Vicenza. Questo a riprova delle splendide opportunità di collaborazione tra il nostro territorio e la Slovacchia dove risiedono importanti costruttori europei dell’automotive di cui le aziende vicentine sono tra i principali fornitori”. 

In questo contesto, però, la scarsità globale nelle forniture di microchip ai semiconduttori rischia di porre un freno a questa corsa. 

Per quanto riguarda le forniture interrotte di alcune materie prime e prodotti dall'Asia causate dalla pandemia, l'industria automobilistica è stata quella più colpita in Slovacchia – conferma l’ambasciatore -. Mentre il 2019 è stato un anno record per il numero di auto prodotte in Slovacchia, nel 2020 è stato significativamente inferiore non solo a causa di più di un mese di interruzione della produzione, ma anche a causa della successiva crisi associata alla mancanza di chip e forniture di materie prime come magnesio. Le case automobilistiche slovacche sono attualmente ancora alle prese con questi problemi ma, secondo gli analisti, la situazione, soprattutto per quanto riguarda le forniture di chip dall'Asia, dovrebbe migliorare in tempi relativamente brevi, in quanto la Cina dovrebbe acquisire una parte della produzione che i produttori taiwanesi non hanno potuto soddisfare”. 

Contemporaneamente, questo settore trainante per l’economia europea deve anche affrontare le sfide di una transizione energetica che si attende essere davvero radicale. Di qui l'appello di misure specifiche che guardino all’intera filiera: “La transizione energetica è un obiettivo importante – aggiunge il Vicepresidente di Confindustria Vicenza -, che deve essere gestito con razionalità e non con una miope ideologia. In questo senso non si può lasciare la filiera che rifornisce le grandi case produttrici di autoveicoli in balia di se stessa in un momento così difficile. Quindi è auspicabile un intervento coordinato da parte del nostro governo e della Comunità Europea”. 

Temi su cui i paesi di tutto il mondo si stanno confrontando proprio in questi giorni alla COP 26: “Gli importanti incontri multilaterali come G20 e COP 26 conclude l’ambasciatore Karla Wursterová hanno riaffermato l'impegno dei paesi partecipanti al reciproco accordo sulla crescita della temperatura media globale, sulla protezione attiva dell'ambiente e sul graduale raggiungimento della neutralità carbonica. Tuttavia, la transizione verde deve essere vista in un contesto molto più ampio. Non si tratta solo di una sorta di procedure regolamentari prescritte, ma di un processo storico di trasformazione industriale. Sarà quindi necessario tenere conto delle specificità di ogni Paese, come il tipo di produzione industriale, le condizioni sociali, il mix energetico del paese e scegliere il giusto rapporto tra pragmatismo e ambizione. Sarà certamente un processo difficile per tutti i paesi. La Slovacchia ha attualmente obiettivi precisi nell'area della trasformazione verde dell'economia e dei suoi settori chiave. Tutti questi obiettivi saranno seguiti trasversalmente in tutto il settore manifatturiero. Per quanto riguarda ambito automotive, attraverso le misure del Piano Nazionale di Rinnovo, si prevede di aumentare la quota delle forme di trasporto ecologiche nella ripartizione totale di trasporto. Aumenterà anche il volume delle merci trasportate tramite il trasporto intermodale ecologico. Ciò ridurrà significativamente la produzione di CO2 nel settore dei trasporti, che è uno dei settori con la maggiore crescita delle emissioni. La Slovacchia investirà anche nello sviluppo di infrastrutture di trasporto a basse emissioni di carbonio, nel sostegno al trasporto di passeggeri rispettoso dell'ambiente o nel sostegno alla costruzione di infrastrutture per la propulsione alternativa”.