06/08/2024

Industria: 1 azienda su 2 applica il contratto di 2° livello (con più di 100 dipendenti: 2 su 3)

Alberto Favero: “Andiamo verso un modello che migliora la qualità della vita e rappresenta anche un investimento strategico per le imprese”.

L'indagine annuale sul lavoro condotta dal Centro Studi Confindustria (CSC) tra febbraio e aprile 2024 offre una panoramica dettagliata sull'occupazione, le politiche aziendali e le sfide che le imprese associate hanno affrontato nel 2023 e all'inizio del 2024. Tra i dati più significativi emerge che oltre un quarto delle imprese (il 25,2%) applica un contratto aziendale, con una maggiore diffusione nell'industria (33,4%) rispetto ai servizi (18,1%).

Inoltre, nelle imprese con più di 100 dipendenti, questa percentuale sale a oltre 2 imprese su 3 (68,3%), evidenziando come le aziende più grandi siano maggiormente inclini a negoziare accordi direttamente con i propri lavoratori.

"Questi risultati evidenziano come la contrattazione aziendale di 2° livello venga sempre più individuata come uno strumento fondamentale per conciliare le esigenze produttive con le aspettative dei lavoratori.  Il nostro intento, anche nella nostra realtà territoriale, è garantire che tali accordi promuovano una crescita sostenibile e inclusiva, capace di rispondere alle sfide del mercato del lavoro contemporaneo, specialmente in un periodo di grandi trasformazioni come quello che stiamo vivendo", afferma Alberto Favero, Vicepresidente di Confindustria Vicenza con delega alle relazioni industriali.

L’indagine del CSC rivela che oltre il 51,3% delle imprese ha adottato iniziative di welfare aziendale, con una maggiore incidenza nell’industria (57,0%) rispetto ai servizi (43,7%). Questo trend è ancora più marcato nelle aziende con più di 100 dipendenti, dove il 78,7% ha implementato misure di welfare.

"Il welfare aziendale non solo migliora la qualità della vita dei lavoratori, ma rappresenta anche un investimento strategico per le imprese. In un contesto di crescente competitività, queste iniziative risultano fondamentali per attrarre e trattenere talenti, offrendo un ambiente di lavoro più equo e motivante", aggiunge Favero.

L'occupazione nelle imprese associate a Confindustria è cresciuta dell'1,4% nel 2023, trainata in particolare dall'occupazione femminile, che ha visto un incremento del 3,4%. Parallelamente, si è registrato un aumento del 1,7% degli occupati a tempo indeterminato, mentre quelli a tempo determinato sono diminuiti del 5,4%, segnalando una tendenza delle aziende a stabilizzare la propria forza lavoro.

"Questi dati confermano l'impegno delle nostre aziende nell'offrire stabilità lavorativa e nell'includere maggiormente la componente femminile nel mondo del lavoro. È un segnale positivo che dimostra come stiamo avanzando verso un modello occupazionale caratterizzato da sostenibilità e inclusività", spiega il Vicepresidente di Confindustria Vicenza.

Tuttavia, l'indagine evidenzia una sfida cruciale: il 69,8% delle imprese ha segnalato difficoltà nel reperire personale con le competenze necessarie. Le difficoltà maggiori sono state riscontrate nella ricerca di competenze tecniche (69,2%) e manuali (47,9%), con particolare riguardo a quelle funzionali alla transizione digitale e alla transizione green.