29/07/2025

Nord Est, Baban: “Senza attrattività nessun upgrade per il territorio”

Il presidente della Fondazione Nord Est avverte: la competitività si gioca sulla capacità di trattenere e attrarre giovani qualificati.

Nell’economia della conoscenza, la competitività di un Paese si misura nella sua capacità di attrarre, trattenere e valorizzare il capitale umano. L’Italia, incluso il Nord Est, continua purtroppo a perdere terreno. Nel 2011 lasciavano il Paese due giovani su mille tra i 18 e i 34 anni; nel 2024 questo numero è salito a nove ogni mille, senza contare chi non aggiorna formalmente la residenza, stimato in circa la metà degli espatriati.

La criticità principale non è solo quantitativa, ma la mancanza di un mercato del lavoro competitivo per i profili altamente formati, già contesi su scala globale. Questo squilibrio riduce la competitività del territorio, privandolo di energie e competenze fondamentali per affrontare lo sviluppo verso funzioni a elevato valore aggiunto.

Negli ultimi tre anni, ogni cinque giovani italiani emigrati verso i Paesi Ocse, solo un coetaneo straniero ha scelto di vivere nel Nord Est. Il quadro è leggermente migliore in Emilia-Romagna (quattro a uno), dove prospettive di carriera più tecnologiche, imprese più strutturate, investimenti in ricerca e sviluppo e una maggiore collaborazione tra istituzioni e imprese creano un contesto più attrattivo.

Guardando al futuro, un mercato del lavoro poco attrattivo rischia di diventare un limite strutturale. La sua evoluzione non è solo un obiettivo sociale, ma un aggiornamento necessario per sostenere la competitività delle imprese in un contesto internazionale segnato da forti tensioni e incertezze.

Oggi la debole domanda di lavoro qualificato è spesso colmata dall’ingresso di giovani da Paesi meno sviluppati o colpiti da conflitti. Ma trasformare questa risposta emergenziale in una strategia strutturale senza puntare sull’attrattività rischia di frenare l’innovazione e lo sviluppo di funzioni knowledge intensive.

Il capitale umano non è un fattore accessorio: competenze tecniche e trasversali elevate sono decisive per sviluppare nuovi prodotti, processi e modelli di business. Senza l’accesso a talenti qualificati da un bacino internazionale che includa anche i Paesi avanzati, le imprese rischiano di restare ai margini delle filiere a maggior valore.

Servono dunque un mercato del lavoro e un ecosistema capaci di attrarre competenze elevate, seguendo l’esempio dei territori che oggi sono meta dei nostri giovani. Solo così sarà possibile realizzare un salto di qualità duraturo nella competitività delle imprese e rafforzare il ruolo del Nord Est nell’economia della conoscenza.

 

Alberto Baban – Presidente Fondazione Nord Est

Lorenzo Di Lenna – Ricercatore Fondazione Nord Est