24/01/2023

Professioni "d'oro": 1 studente su 4 interessato a lavorare nel settore orafo-gioielliero

Le aziende del settore fanno però fatica a occupare le posizioni aperte: i giovani non sanno come intercettare queste opportunità.

Sul mercato del lavoro esistono posti di lavoro “d’oro” - nel vero senso della parola - che attendono giovani alla ricerca di posizioni di assoluta soddisfazione professionale e retributiva. Peccato che i diretti interessati, molto spesso, non ne siano pienamente consapevoli, nonostante un appeal decisamente elevato di quei settori.

È il caso del comparto orafo-gioielliero, una delle punte di diamante del Made in Italy. Vanno letti in questo modo i risultati di una ricerca condotta dal portale studentesco Skuola.net in collaborazione con FEDERORAFI secondo cui, nonostante non si parli poi così tanto di questo mondo dal punto di vista degli sbocchi occupazionali, il suo potere di attrattività è davvero forte.

Su un campione di 3.000 alunni di scuole medie e superiori, infatti, oltre 1 su 4 mostra interesse verso un ruolo da protagonisti nella ideazione, produzione e vendita di gioielli.
Ovviamente, il quadro varia in modo sensibile in base ai percorsi formativi che stanno seguendo le ragazze e i ragazzi.

Il maggior tasso di predisposizione si registra tra gli studenti degli istituti tecnici dove oltre la metà (52%) non scarta l’idea di un lavoro nel settore orafo.

Molto positivo anche il riscontro da parte degli iscritti in istituti professionali, dove il 40% si dice pronto.

Normale, al contrario, che tra i liceali tale prospettiva non sia in cima alla lista delle preferenze: di fatti, solo il 13% al momento vedrebbe di buon grado un inserimento in questo segmento produttivo.

Ma il dato medio è comunque confermato tra gli studenti delle scuole medie (favorevole è il 24%), laddove i ragazzi sono tutti assieme, senza essere influenzati dall’indirizzo frequentato.

Anche il genere, però, può modificare gli equilibri. I maschi sembrano essere i più interessati (40%) rispetto alle femmine (21%).

Entrando più nello specifico, la fase industriale che sembra stuzzicare di più la fantasia degli studenti per il post diploma è quella preliminare, di ideazione e disegno dei preziosi. Tra quanti si dicono pronti a lavorare in questo settore, ben 2 su 3 vorrebbero proprio “creare” dal nulla gli oggetti.

A circa 1 su 5, invece, piacerebbe mettere le mani sui prodotti finali, realizzandoli materialmente.

Mentre 1 su 7 si sentirebbe più a proprio agio nella promozione del prodotto, nelle vesti di addetto alle vendite o al marketing.

Anche qui, la scuola può avere un influsso determinante, decisamente: i ragazzi dei tecnici scommettono in massa sul design (così per il 76%, +12% rispetto alla media), quelli dei professionali sulla produzione vera e propria (la seleziona il 41%, il doppio del dato generale), quelli dei licei manifestano una maggiore inclinazione per il post-produzione (19%, rispetto a un 14% di media).

A proposito di indirizzi di studio, in un momento come quello attuale in cui gli istituti tecnici e professionali fanno fatica ad emergere, studenti e famiglie dovrebbero conoscere le opportunità professionali e occupazionali offerte da settori a cui alcuni di questi percorsi di studi preparano. Soprattutto se, come nel caso del settore orafo-gioielliero, c’è grande domanda da parte delle aziende e una certa disponibilità da parte dei diretti interessati. Che però, purtroppo, non conoscono le strade di accesso.

Manca, infatti, la conoscenza delle dinamiche che muovono il settore. Complessivamente, solo 1 su 10 sa che le prospettive occupazionali offerte dal mondo del prezioso sono elevate, in quanto oggi le aziende riscontrano difficoltà nel reperire lavoratori.

Quasi un terzo degli intervistati (32%), invece, pensa erroneamente che sia difficile trovare opportunità di lavoro in questo settore.

Mentre la maggior parte (58%), in assenza di informazioni, immagina che segua l’andamento generale del mercato del lavoro.

Lo stesso si può dire, ad esempio, per la “geografia” del mercato di riferimento.

Solamente 1 su 4 è consapevole che l’Italia sia tra le nazioni di riferimento a livello mondiale per l’industria del gioiello; quasi 1 su 5, all’opposto, pensa che non sia un settore così importante per la nostra economia.

Così come, in pochi hanno idea di quali siano i distretti produttivi che trainano il comparto.

I ragazzi piazzano al vertice le grandi città: prima Milano, seconda Firenze e terza Roma.

Quando, invece, la parte del leone la fanno centri dalle dimensioni più contenute: il vero podio, infatti, è composto, nell’ordine, da Arezzo, Vicenza, Alessandria/Valenza, subito a seguire c’è Napoli/Torre del Greco.

Che sia necessario potenziare il racconto di filiere dove la mancanza di talenti è evidente quanto dannosa, lo testimonia infine un altro dato: tra i non interessati a questi tipi di lavoro, il motivo principale della rinuncia è il non ritenersi portato o interessato a professioni manuali (67%). Mentre, come visto, questa non è l’unico tipo di competenza richiesta, anche se una delle più ricercate.

“L’indagine che abbiamo condotto assieme a Skuola.net conferma le nostre preoccupazioni e ci propone molti spunti sui quali lavorare - afferma Claudia Piaserico, Presidente di Confindustria FEDERORAFI - per questo con la mia presidenza stiamo già dando grande enfasi alla promozione delle professionalità orafe tra i giovani che, come emerge dalla ricerca, hanno ancora una scarsa conoscenza delle rilevanti opportunità che offre il comparto, oltretutto per tutte le abilità possibili: da chi è portato per la manualità, a chi è più creativo o patito per l’informatica, per la tecnologia per la stampa 3D o per i nuovi strumenti collegati ai social, al marketing e all’economia circolare. Le scuole per la professione ci sono e sono dislocate non solo nei principali distretti, ora occorre faravvicinare i giovani ad un settore che è moderno, al passo con i tempi e che ha bisogno di nuovi talenti per consolidare la propria leadership mondiale”.

“Il nostro sforzo oggi - prosegue Piaserico - è quello di comunicare queste opportunità anche all’interno del più ampio mondo rappresentato da Confindustria Moda e con l’aiuto delle Istituzioni a tutti i livelli che devono investire per valorizzare le professioni tecniche, così da scongiurare la desertificazione di un patrimonio di conoscenze e di capacità manifatturiere unico al mondo. Il settore orafo-gioielliero-argentiero e del cammeo e del corallo è tra i più internazionali del Made in Italy. Una leadership che è rafforzata da una vetrina come VICENZAORO che ospiterà per la prima volta proprio una giornata di orientamento per gli studenti".