I dati dell'osservatorio regionale mercato del lavoro "La bussola" di Veneto Lavoro, relativi al mese di febbraio 2025.
Nei primi due mesi del 2025 il bilancio del mercato del lavoro dipendente privato in Veneto è positivo per +10.800 posizioni di lavoro, risultato sostanzialmente in linea con quello dell’anno precedente che non era riuscito ad eguagliare le performance particolarmente elevate – legate soprattutto all’espansione dei contratti a tempo indeterminato – che avevano caratterizzato l’inizio sia del 2023 che del 2019 (entrambi con un saldo positivo pari a circa +12.500 unità).
Nel periodo cala lievemente sia il volume delle assunzioni, sia quello delle cessazioni (per entrambi -1% sul 2024), riduzioni che si concentrano nel mese di febbraio durante il quale si registra un calo del -4% per le nuove attivazioni e del -9% per le conclusioni contrattuali. A trainare l’andamento del bimestre è il bilancio di febbraio (dopo il saldo negativo registrato nel mese di gennaio): esso è pari a +11.900 unità e risulta più favorevole rispetto allo stesso mese del 2024 (+10.400) in quanto il calo delle cessazioni supera, in valore assoluto, quello registrato per le assunzioni.
Dal punto di vista contrattuale, nel primo bimestre del 2025 il bilancio relativo al tempo indeterminato è positivo (+9.500) e superiore a quello dell’analogo periodo del 2024 (+7.600) a seguito dell’aumento degli ingressi tramite trasformazione/qualificazione (+12%) – particolarmente marcato a gennaio –, a fronte del bilanciamento tra il calo delle attivazioni e quello delle cessazioni (-5% per entrambi).
Nel mese di febbraio il saldo per questa tipologia contrattuale (+2.900) è di poco superiore a quello dell’anno precedente in quanto il calo registrato per le cessazioni supera quello relativo agli ingressi. In merito al tempo determinato, nei primi due mesi del 2025 il saldo è positivo (+1.200) ma ridimensionato rispetto all’anno precedente (+3.100) nonostante la ripresa registrata nel singolo mese di febbraio (+8.900, rispetto al +7.800 dell’analogo mese del 2024).
La riduzione del saldo registrata nel periodo si lega all’aumento delle trasformazioni (+13%), mentre la crescita osservata nell’ultimo mese è trainata dal calo delle cessazioni (-8%). Per quanto riguarda l’apprendistato, il saldo occupazionale relativo a gennaio-febbraio 2025 è appena positivo e risulta in progressiva contrazione sul biennio precedente; tale risultato si lega ad una riduzione degli avviamenti (-9% sull’analogo periodo del 2024).
Il leggero calo nel volume delle assunzioni registrate tra gennaio e febbraio 2025 rispetto a quanto osservato nello stesso periodo del 2024 interessa esclusivamente la componente femminile (-5%) che mostra una diminuzione nelle attivazioni di contratti sia a orario pieno che ridotto.
Per la componente maschile le assunzioni a tempo pieno risultano stabili nel periodo (sebbene in lieve calo nell’ultimo mese), mentre quelle a tempo parziale sono in crescita (+6%). L’incidenza del part-time sul totale delle assunzioni rimane particolarmente elevata: nell’ultimo mese è pari al 33% e risulta in leggera crescita sul biennio precedente per entrambi i generi, raggiungendo il 22% per gli uomini e il 51% per le donne.
Con riferimento alle principali caratteristiche socio-anagrafiche, il bilancio occupazionale dei primi due mesi del 2025 risulta positivo per tutte le componenti, ma in contrazione rispetto al 2024 per le donne e, più lievemente, per gli stranieri. Guardando alle assunzioni, il leggero calo complessivamente osservato rispetto all’analogo periodo dell’anno precedente è trainato da donne, italiani e adulti; si distinguono gli stranieri e gli over 54, che invece registrano un incremento dei reclutamenti (rispettivamente +6% e +3%).
Il saldo relativo ai primi due mesi dell’anno risulta positivo in tutte le province, tranne a Belluno (-140 unità), unico territorio oltre a Venezia a registrare però un leggero miglioramento del bilancio occupazionale rispetto all’analogo periodo del 2024; al contrario, per Rovigo e Vicenza si rileva un leggero ridimensionamento.
Il calo della domanda di lavoro nel periodo si concentra nei territori di Belluno (-9%), Vicenza (-5%), Padova (-4%) e Rovigo (-3%), mentre a Venezia si osserva un lieve aumento (+2%). Nell’ultimo mese concluso il bilancio è positivo e diffusamente in miglioramento sull’analogo mese del 2024, soprattutto a Verona (+2.800) e Venezia (+3.800); il flusso delle assunzioni è risultato in contrazione in tutti i territori – escluso Rovigo (+3%) – in particolare a Vicenza (-5%), Verona (-6%) e, soprattutto, a Belluno (-16%) che nel confronto tendenziale sconta, oltre ad una diminuzione dei nuovi reclutamenti nell’occhialeria, soprattutto la presenza ad inizio 2024 di un numero consistente di attivazioni contrattuali associate alle attività cinematografiche.
Dal punto di vista settoriale, i dati riferiti ai primi due mesi del 2025 mostrano bilanci di segno positivo per tutti i tre macro-settori.
L’agricoltura – dopo aver registrato a gennaio un saldo più sfavorevole di quello dell’analogo mese del biennio precedente – a febbraio segna un bilancio (+2.500) in miglioramento che riavvicina il saldo del periodo (+1.700) a quello del 2024 (+2.000); tale macro-settore conta anche un volume di assunzioni in crescita (+8% sul 2024).
In riferimento all’industria nel complesso, al lordo delle costruzioni, tra gennaio e febbraio si registra un bilancio (+6.200) in miglioramento sul 2024 – sebbene al di sotto dei livelli del 2023 – grazie alla riduzione delle cessazioni (-6%).
Il risultato del bimestre si lega alle performance positive registrate nelle costruzioni (+2.600, complici l’incremento della domanda di lavoro, +3%, e il calo delle cessazioni, -3%) e nel metalmeccanico (+1.800, comparto quest’ultimo che beneficia di una marcata riduzione delle cessazioni, -8%). Il saldo occupazionale del made in Italy è invece stabile grazie all’equilibrio tra l’incremento del bilancio dell’industria alimentare ed il leggero peggioramento di quello dell’occhialeria, comparto quest’ultimo, come già evidenziato, interessato da una significativa riduzione delle nuove attivazioni contrattuali ed un bilancio divenuto (di poco) negativo anche in ragione delle dinamiche associate alle imprese straniere (cinesi).
Il volume delle assunzioni nel periodo è in contrazione anche negli altri comparti del made in Italy (esclusa industria alimentare e del legno-mobilio), nel metalmeccanico (fatta eccezione per la produzione di macchine elettriche) e nelle “altre industrie”.
Nel macro-settore terziario il saldo nei primi due mesi del 2025 (+3.000 unità) risulta meno favorevole dell’anno precedente (+3.900) a seguito di un calo delle attivazioni (-4%) superiore a quello registrato per le cessazioni (-3%); il ridimensionamento del bilancio nel periodo è legato al peggioramento delle performance nel commercio al dettaglio (che segna un saldo negativo per -1.100 unità), nell’ingrosso e logistica (+430), e nei servizi di pulizia (+190).
Grazie ai risultati conseguiti a febbraio (+4.200 unità), i servizi turistici mostrano una ripresa (+380) e superano il bilancio registrato nel primo bimestre del 2024 (che era prossimo allo zero). La riduzione della domanda di lavoro coinvolge tutti i settori dei servizi, in particolare quelli di pulizia (-12%), l’ingrosso e logistica (-6%) e il terziario avanzato (-18%), entro il quale il comparto dell’editoria e cultura è fortemente condizionato dai picchi di attivazioni di contratti di brevissima durata associati alle attività cinematografiche.
Le conclusioni contrattuali registrate a febbraio risultano in significativa riduzione rispetto ai livelli dell’analogo mese del 2024 (-9%) grazie in particolare al calo delle cessazioni per fine termine (-6%, che interessa soprattutto l’industria alimentare e alcuni ambiti nei servizi, come editoria e cultura e attività turistiche) e delle dimissioni e recessi del lavoratore (-7%), in alcuni ambiti del secondario – come quello metalmeccanico – e del terziario. Diminuiscono anche i licenziamenti disciplinari e quelli economici individuali (soprattutto nella logistica in senso stretto), mentre mostrano una lieve crescita, pur rimanendo su valori contenuti, quelli collettivi legati alla gestione di specifiche situazioni di crisi aziendali.