Nei primi dieci mesi del 2024 il bilancio del mercato del lavoro dipendente privato in Veneto è positivo per +54.200 posizioni di lavoro, è quanto rileva Veneto Lavoro nell'edizione di ottobre 2024 de La Bussola. Tale saldo rimane al di sotto dei livelli registrati nell’analogo periodo dell’anno precedente ma si mantiene al di sopra dei risultati del 2019 e 2022. Il rallentamento rispetto allo scorso anno è dovuto ad una modesta contrazione delle assunzioni nel periodo (-1%) a fronte di una stabilità nelle cessazioni. L’ultimo mese registra un leggero calo delle attivazioni (-1%) che, insieme al lieve aumento delle cessazioni (+1%), contribuisce al contenuto ridimensionamento del saldo mensile (-18.700) rispetto al 2023 (-18.000).
Dal punto di vista contrattuale, nei primi dieci mesi del 2024 il bilancio relativo al tempo indeterminato è positivo (+27.900) ma in flessione rispetto al 2023 (+31.400); nel periodo, registrano una riduzione le assunzioni (-5%), le trasformazioni (-2%) e, seppur di entità più contenuta, le cessazioni (-2%). Nel mese di ottobre il saldo di questa tipologia contrattuale (+5.200) è più favorevole di quello dell’anno precedente (+4.600) a seguito del calo delle cessazioni (-3%) e dell’aumento delle trasformazioni (+5%).
Per quanto riguarda il tempo determinato, il bilancio del periodo è positivo (+28.200) e più elevato dello scorso anno grazie soprattutto alla crescita delle attivazioni (+1%); nel singolo mese di ottobre il saldo per questa tipologia contrattuale, pari a -23.600 posizioni di lavoro, è peggiorato rispetto al 2023 (-22.200) per via dell’incremento delle cessazioni (+2%) e delle trasformazioni (+4%). In relazione all’apprendistato, le dinamiche osservate nei primi dieci mesi del 2024 evidenziano un saldo negativo (-1.900) contrariamente a quanto rilevato nel 2022 e 2023; tale risultato si lega ad una riduzione degli avviamenti (-6%) e ad un aumento delle conferme al tempo indeterminato (+18%).
Il lieve calo osservato nelle assunzioni registrate tra gennaio e ottobre rispetto agli analoghi mesi del 2023 riguarda esclusivamente i rapporti di lavoro a tempo pieno (-2%), interessando in particolare le donne (-4%). I contratti part-time mostrano invece una crescita (+2%) imputabile alla componente maschile (+7%) e a specifiche dinamiche settoriali nell’agricoltura e in alcuni ambiti del terziario. L’incidenza del part-time sul totale delle assunzioni rimane particolarmente elevata: nell’ultimo mese è pari al 37% e risulta in crescita sul 2023 per gli uomini (25%) e in leggera contrazione per le donne (54%).
Con riferimento alle principali caratteristiche socio-anagrafiche, il bilancio occupazionale dei primi dieci mesi del 2024 risulta positivo ma in diminuzione rispetto allo stesso periodo del 2023 per tutte le componenti, ad eccezione degli uomini (con un saldo stabile) e degli stranieri (in aumento). Nel confronto con l’anno precedente, le assunzioni mostrano un calo tra gli italiani (-5%), le donne (-3%) e gli adulti (-3%), e un aumento tra gli stranieri (+8%) e i senior (+4%). Il saldo negativo di ottobre risulta stabile sui livelli dell’anno precedente per gli uomini, in diminuzione tra donne e stranieri ma in aumento per gli italiani; le nuove attivazioni contrattuali sono in calo per le donne (-4%), gli italiani (-4%) e gli adulti (-3%), mentre sono in crescita tra giovani (+2%) e stranieri (+7%).
Il saldo nei primi dieci mesi del 2024 è positivo per quasi tutte le province ma in ridimensionamento rispetto all’analogo periodo del 2023 a Padova, Vicenza, Treviso e Venezia. La provincia di Belluno è l’unica con il saldo cumulato, pur negativo, in miglioramento sul 2022 e in linea con i risultati del 2023. La domanda di lavoro diminuisce nei territori di Venezia (-4%), Vicenza (-4%) e Treviso (-1%), mentre cresce a Belluno (+4%), Verona (+2%) e Rovigo (+2%). A ottobre il bilancio occupazionale è come ogni anno in questo mese positivo solo nelle province di Padova e Vicenza, e negativo negli altri territori; per Padova e Treviso si registra una contrazione del saldo. Guardando alla domanda di lavoro nel mese, le assunzioni sono in crescita a Verona (+4%), stabili a Venezia e in calo nelle rimanenti province.
Dal punto di vista settoriale, i dati riferiti ai primi dieci mesi del 2024 mostrano bilanci positivi per tutti i tre macro-settori. Per l’agricoltura il saldo è di +13.600 unità, più favorevole di quello dello stesso periodo dell’anno precedente (+11.600). Nell’industria invece si registra un bilancio in ridimensionamento rispetto all’anno scorso sia nel periodo gennaio-ottobre (+10.900, mentre era +15.400 nel 2023), sia nel mese di ottobre (+2.300, era +2.800). Il rallentamento della crescita occupazionale nei dieci mesi si lega alle dinamiche negative registrate nell’industria tessile e abbigliamento (che, nel made in Italy, condivide con quella calzaturiera e conciaria un saldo negativo in contrapposizione agli altri ambiti) e, soprattutto, nel metalmeccanico. Quest’ultimo comparto presenta un saldo positivo (+1.800) ma lontano rispetto ai risultati
del medesimo periodo dello scorso biennio (+4.900 nel 2023 e +7.600 nel 2022). Tra le “altre industrie” la chimica-plastica registra un saldo positivo e in miglioramento rispetto a quello lievemente negativo dell’anno precedente. Per quanto riguarda le costruzioni, il bilancio del periodo (+5.800) è in linea con quello del 2023 nonostante il lieve rallentamento del mese di ottobre. Il volume complessivo delle assunzioni avvenute nell’industria tra gennaio e ottobre cala del -7% rispetto allo stesso periodo del 2023; tale riduzione interessa tutti gli ambiti, in particolar modo il metalmeccanico ed alcuni comparti del made in Italy (industria tessile e abbigliamento e calzaturiera). In crescita, per contro, le nuove attivazioni contrattuali nelle costruzioni (+5%) e nell’occhialeria (dove la dinamica è in parte condizionata dagli effetti dei processi di stabilizzazione del personale concentrati nei mesi di aprile e luglio). Nel terziario il saldo relativo ai primi dieci mesi del 2024 (+29.800) risulta meno favorevole dell’anno precedente (+31.500) ma superiore ai livelli del 2022 (+22.000). Il bilancio positivo del macro-settore è trainato dai servizi turistici (+12.000), comparto che però registra risultati inferiori al 2023 sia nel periodo che nel singolo mese di ottobre. Per quanto riguarda le attività della logistica in senso stretto (comprese nel comparto dell’ingrosso e logistica) il saldo registrato a ottobre è positivo (+400), in contrapposizione ai risultati del biennio precedente, e consente una ripresa della crescita occupazionale relativa all’intero periodo in esame (+2.300, era +1.500 nel 2023). Nei primi dieci mesi dell’anno, si osservano inoltre saldi positivi ma in ridimensionamento per commercio al dettaglio e all’ingrosso. I nuovi contratti attivati tra gennaio e ottobre nel terziario sono leggermente inferiori rispetto al 2023 (-1%); fanno eccezione il commercio al dettaglio (+1%) e i servizi di pulizia (+14%), per i quali si registra anche un saldo in aumento. All’interno del
terziario avanzato, per l’editoria e cultura pesa il calo dei reclutamenti rispetto al 2023 ancora condizionato dalle dinamiche associate all’ambito cinematografico, con picchi di attivazioni di contratti di brevissima durata.
Il lieve aumento delle conclusioni contrattuali registrate a ottobre (+1% sul 2023) è riconducibile soprattutto alla crescita delle cessazioni per fine termine (+3%), in particolare in agricoltura; continua invece la riduzione osservata nelle dimissioni e nei recessi del lavoratore (-6%), soprattutto nell’industria metalmeccanica.
Il ritardo strutturale delle comunicazioni obbligatorie relative ai rapporti di lavoro in somministrazione consente di osservare i dati per questa tipologia contrattuale aggiornati fino a settembre 2024. Nei primi nove mesi dell’anno i rapporti di lavoro in somministrazione attivati da agenzie localizzate in Veneto sono complessivamente 95.600 (-3% sul 2023); il saldo del periodo (+3.100) risulta superiore all’anno precedente (+1.900). Nel mese di settembre il bilancio (+1.300) è più favorevole di quello dell’analogo periodo del 2023 per via dell’aumento delle assunzioni (+6%).
Gli ingressi in condizione di disoccupazione nei primi dieci mesi del 2024 sono stati complessivamente 118.700, poco al di sotto dei livelli dell’analogo periodo dell’anno precedente (-2%): all’aumento delle Did rilasciate dagli inoccupati (13.500, 780 in più rispetto al 2023) si contrappone il calo di quelle relative ai disoccupati veri e propri (105.200, -3%), ovvero la principale componente dei disponibili iscritti ai Centri per l’impiego della regione. Guardando agli ingressi complessivi in disoccupazione, si osserva un aumento rispetto allo stesso periodo del 2023 di quelli relativi a stranieri (+8%) e uomini (+3%), mentre calano per donne (-6%), Italiani (-5%) e adulti (-4%). Per quanto riguarda gli inoccupati, le Did rilasciate risultano in aumento per uomini e stranieri.