29/01/2016

Viaggio tra gioielli vicentini e sapori veneti (seconda parte)

Eccellenze enogastronomiche venete negli stand delle aziende beriche a VicenzaOro. Nella seconda parte si parla di Roberto Coin, Karizia, Chrysos, Fratelli Bovo, Re Sole e Scanavin.

      Luce, dinamismo, passione e intraprendenza. Una fiera d’oro, con l’emozione dei vini e dei prodotti enogastronomici veneti con la seconda edizione di “Veneto un gioiello di terra” (per leggere e vedere le immagini della prima parte clicca qui).

      Tantissima passione ed entusiasmo li abbiamo trovati anche nello stand di Roberto Coin che spega: “Ho sempre creduto nell’abbinamento gioielli e vino, da anni offro ai miei clienti l’amarone della Valpolicella, loro contenti comprano i miei bracciali, poi quando tornano a casa si ricordano anche del vino. Conosco bene l’enogastronomia perché io vengo dal settore della ristorazione”. Qui l’abbinamento è stato con Jejo cuvée brut e altre bottiglie di prosecco DOCG prodotto da Bisol a Santo Stefano di Valdobbiadene.

      Luigi Marostica, di Karizia spa, ci racconta che “da trent’anni realizziamo gioielli in argento, catene e bracciali con delle chiusure particolari e lavoriamo praticamente solo con l’estero. Abbiamo partecipato con piacere a questo abbinamento con i vini perché un brindisi è sempre di buon auspicio ed è un modo per celebrare la bellezza e il meglio del nostro territorio”. Insieme a Karizia le bollicine della Tenuta Baron di Fonte (TV) che si può incontrare anche a Bassano alla Tenuta Baron Lunge Shop.

      Chrysos di Carlo e Francesco Bernardi, è una realtà globale presente nei mercati internazionali portando un concetto di made-in-Italy in cui l’italianità non è indicativa solo di una geolocalizzazione produttiva ma è sinonimo di design, stile, innovazione, eleganza e bellezza. L’azienda propone catene e palline diamantate e in fiera è stata abbinata alle bottiglie dell’azienda agricola Fasoli Gino di San Zeno di Colognola ai Colli che da oltre 30 anni produce vini da agricoltura biologica e dal 2006 con metodo biodinamico.

      Enrico Peruffo CEO dell’azienda Fratelli Bovo afferma: “Il mercato è cambiato, bisogna cambiare. L’azienda deve ascoltare il mercato e poi, con la tecnologia e l’artigianalità italiana, si riesce a fare la differenza. Occorre vendere lo stile di vita italiano e con il vino questo funziona il cliente internazionale si cala nel giusto mood”. Il brindisi è con i vini di Roberto Benazzoli, azienda Le vigne di Roberto che ha proposto le Prime Bollicine, spumante extra dry e il Torcolato Breganze DOC.

      L’azienda Re Sole di Vicenza ha presentato in Fiera le collezioni in oro Azuna, Gerel, Aronui e Dives, prodotti che seguono, per la quasi totalità, la via dei mercati esteri dove la qualità made in Italy è unanimemente apprezzata. Nello stand dell’azienda vicentina un altro “marchio di fabbrica” della provincia berica: i formaggi DOP presentati e raccontati ai buyer e alla stampa dal Consorzio di Tutela del formaggio Asiago che ha presentato le forme del prestigioso formaggio dell’altopiano sia nella versione fresca che stagionata.

Roberta Scanavin, dell’omonima azienda orafa, mostra le varie collezioni tra cui la Be Young, dedicata ai più giovani che vogliono un gioiello di classe. “I nostri gioielli sono fatti tutti a mano seguendo la tradizione, le nostre collezioni più importanti sono dedicate alle donne, ci sono tanti fiori e animali arricchiti con colori e madreperla”. Anche qui l’abbinamento è stato tutto vicentino con Pinot nero, Vespaiolo e Cabernet dell’azienda Maculan di Breganze, cantina ‘stellata’ dalla guida I vini d’Italia de l’Espresso.