06/02/2017

A.B. Solute Family Office con Licia Mattioli per raccontare storie d’impresa

Tra i tesori di Palazzo Chiericati, la vicepresidente di Confindustria ha parlato anche dell'export del gioiello.

“Woman First: Think different” è stato il titolo di un evento svoltosi a Palazzo Chiericati a Vicenza. Ideato da Maurizio Casalini, presidente di A.B. Solute Family Office, l'evento ha coniugato arte, cultura e design in un viaggio nel quale i tesori di Palazzo Chiericati che fanno hanno fatto da sfondo al racconto di due storie di impresa.

A.B. Solute Family Office nasce nel 2010 a Vicenza con la “missione” di rendere il patrimonio dei suoi clienti un patrimonio sostenibile, inteso come un patrimonio in grado di soddisfare i bisogni del presente senza compromettere la capacità del patrimonio stesso di soddisfare i bisogni delle generazioni future, un patrimonio quindi che duri nel tempo e garantisca serenità.

Casalini, in questa occasione, ha voluto sottolineare il ruolo delle donne nella società, la loro capacità di creare valore sia nell’ambito professionale che in quello familiare. Per fare questo ha cercato la partnership di Licia Mattioli, creatrice del brand e dello stile Mattioli, già presidente di Federorafi e dell’Unione Industriale di Torino, oggi vicepresidente di Confindustria per l’internazionalizzazione.

A Palazzo Chiericati Mattioli ha raccontato la propria storia d’impresa, un'esperienza che ha origine nel 1860 con l'Antica Ditta Marchisio, titolare del primo punzone rilasciato dalla città di Torino: lo storico "1 TO". Nel 1995 l‘ing. Luciano Mattioli acquisisce l'azienda, chiedendo alla figlia Licia di affiancarlo nella gestione. Oggi Mattioli SpA, mantiene vive le due anime che la compongono: quella produttiva dedicata ai grandi marchi della gioielleria mondiale e quella relativa al brand proprio, distribuito in 30 Paesi.

“L’Italia finalmente sta facendo sistema e i risultati si vedono anche nell’export del gioiello” ha detto Licia Mattioli.
Il dato più positivo è rappresentato dagli USA, dove il settore orafo italiano nel 2016 ha registrato un +5,7%. Un mercato sul quale sono state messe in atto azioni congiunte con ICE, Ministero dello Sviluppo Economico, ambasciate. Si è puntato sui grandi departiment store con settimane dedicate al Made in Italy, per spingere il prodotto italiano tra cui anche i gioielli.
“Quando il sistema paese lavora insieme tutti i prodotti ne traggono un vantaggio – ha sottolineato Mattioli -. In Italia invece c’è un po’ di disaffezione da parte delle donne nei confronti del gioiello in oro. E’ importante ricordare che il gioiello in materiale prezioso è anche un investimento”.