07/05/2013

Ceccato, riparte la produzione

Lorenzo Dal Maso, l'imprenditore che ha rilevato l'azienda: “Impensabile perdere un’azienda che ha fatto la storia della sua comunità”.

UN NUOVO PIANO INDUSTRIALE - Ceccato ricomincia da undici. Tanti sono i dipendenti della storica azienda di Alte di Montecchio Maggiore che dal 6 maggio hanno ripreso il loro posto in produzione e hanno rimesso in moto lo stabilimento, dopo l'acquisizione della società da parte dell'imprenditore Lorenzo Dal Maso. Undici addetti che, nei progetti di rilancio della nuova proprietà, diventeranno 27 entro l'anno e una cinquantina entro tre anni.
Si sgombra dalle nuvole, dunque, il cielo dell'azienda di Alte, nota in tutto il mondo per la produzione di impianti di autolavaggio di alta gamma, ma con un passato di prestigio anche nel settore delle moto. Dal Maso, che è amministratore delegato di Triveneta Cavi, importante azienda di Brendola, ha condotto in porto un'operazione che salvaguarda non solo il know how di tecnologia e competenze di un'azienda che nel suo settore è tutt'oggi tra i primi produttori mondiali, ma anche l'occupazione di tante famiglie del territorio: il piano industriale, infatti, dà lavoro per ora a 11 addetti – quelli con le competenze fondamentali per ripartire – ma consente ai restanti 90 di vedere prorogata per altri sei mesi la cassa integrazione straordinaria, in attesa di un ritorno in azienda o di altre opportunità di impiego.

GLI OBIETTIVI - “Era difficile per tutti pensare di perdere un'azienda come questa, che ha fatto la storia di questa comunità, ha portato sogni e lavoro per tanta gente e tante famiglie – dice Dal Maso per spiegare il perché del suo intervento -. Buona parte del tessuto imprenditoriale che ha fatto crescere Alte è uscito dalla Ceccato. E poi, facendo i conti da imprenditore, ho capito che bisognava credere in un'azienda come questa, che ha un nome ancora conosciuto in tutto il mondo. Partiamo con obiettivi realistici, ma con l'intenzione di crescere e di tornare ai livelli produttivi che l'azienda aveva fino ai primi anni Duemila”.
Per il primo anno (da qui a maggio 2014) si punta a raggiungere i 10 milioni di euro di fatturato tra impianti (100-120) e mercato ricambi, per arrivare al terzo anno a 17 milioni.
Tra gli obiettivi, poi, c'è anche quello di riuscire a partecipare al “tender” dell'ENI, ovvero alle gare per la fornitura degli impianti di lavaggio nelle stazioni di servizio del gruppo petrolchimico nazionale. Una fetta di mercato nazionale importante per una realtà che riparte come Ceccato. Sparsi per l'Italia ci sono, in totale, 24 mila distributori di benzina con 9000 autolavaggi e un ricambio di 500-600 impianti l'anno.

L’ESTERO - Non c'è però soltanto il Belpaese nel mirino dell'azienda, ma anche i paesi dove già il brand Ceccato è presente (in Brasile con uno stabilimento, in Spagna con strutture di vendita, in Germania con service e Polonia con vendita e service) e anche quei mercati “vergini” dove ancora gli impianti di autolavaggio non hanno preso piede.
“Sono fiducioso, sia per l'azienda che per le prospettive di ripresa generale – assicura Dal Maso -. In questa fase ci troviamo tutti in uno stato di esaurimento, ma dobbiamo uscirne, riprendere a vedere le cose in positivo, per ridare fiducia e speranza ai giovani, che oggi non hanno né l'una né l'altra. La ripresa ci sarà, l'importante è farsi trovare pronti”.
Alla Ceccato, pronti lo sono. Hanno passato sotto le spazzole prima di tutto le loro macchine e sono ripartiti. Un passo alla volta.