21/03/2023

Fiera orafa di Hong Kong: il report dalle aziende vicentine

L'evento che è punto di riferimento del settore per il Far East è tornato dopo 3 anni di pausa a causa del COVID.

Nonostante l'incertezza, le voci su possibili nuovi focolai in Cina, i costi di voli lievitati, più di una decina di aziende del distretto orafo vicentino ha colto la sfida lanciata da ICE - Agenzia per la promozione all'estero e l'internazionalizzazione delle aziende italiane - che ha organizzato il consueto padiglione italiano alla fiera HKIJS tenutasi dal 1 al 5 marzo 2023.

Fino al 2019 Hong Kong International Jewellery Show è stato un appuntamento fisso nel calendario fieristico internazionale, sempre ai primi di marzo, sempre con il padiglione italiano curato da Agenzia ICE, sempre con una presenza italiana superiore alle 100 aziende; del resto si tratta della seconda fiera internazionale, in ordine cronologico, dopo l'edizione di gennaio di VicenzaOro.

Il Covid ha fermato tutto: niente più viaggi da e per Hong Kong a causa delle lunghe quarantene imposte in entrata. Ma già a settembre scorso l'ex colonia britannica aveva fatto significative aperture, tanto che molti operatori sono andati a Singapore ad incontrare le aziende alla fiera lì organizzata, in via del tutto eccezionale, nell'impossibilità di farla ad Hong Kong e nella quale, grazie ad un contributo della Camera di Commercio di Vicenza la presenza vicentina era stata molto rappresentativa.

Ma per tutti l'auspicio era di ritornare alle consuete fiere di Hong Kong, l'hub per antonomasia del Far East per il settore orafo argentiero e non solo: il suo porto è all'ottavo posto per il traffico di container, mentre il famoso aeroporto - Chep Lap kok - classificato come uno dei migliori al mondo, è il più sviluppato dell'area e collega più di 220 destinazioni permettendo di raggiungere nel raggio di 5 ore oltre la metà della popolazione mondiale.

Perciò grande era l'aspettativa per le venete presenti in fiera - Artur Gold, Asolo Gold, Bassano Collection, Chrysos, DI BI, Fratelli Bovo, J-Tech, LAC, LI.Vi.OR, Novello, Patros, Re Sole e Sola Grazia - che insieme ad altre ha tenuto alto il baluardo vicentino, un quinto del padiglione italiano.

"L'accoglienza della città, che porta le cicatrici di questi anni di chiusura, è stata un po' sottotono - sostiene Enrico Peruffo - past president della Sezione Orafi Argentieri di Confindustria Vicenza - ma abbiamo respirato aria di ripartenza e tanta voglia di fare. Nel 2022 c'è stato un aumento dell'8% delle vendite di gioielli in Hong Kong, e il ritorno ai livelli pre-pandemia è previsto per il 2027".

"Strepitoso l'afflusso dei visitatori in fiera - dice Paolo Passuello - presidente del consorzio Gold & Silver Italian Group - un fiume di gente così non si vedeva da tanto tempo e tanti operatori cinesi a testimoniare che anche nella Mainland Chiana c'è tanta volta di ripresa: da HK passa infatti il 60% degli investimenti da e per la Cina e più della metà dei turisti sono cinesi molti dei quali arrivano proprio per fare shopping".

"Un mercato per noi importante - conferma Francesco Bernardi titolare della ditta Chrysos - aspettavamo questo rientro da tanto, troppo tempo e abbiamo accolto subito con entusiasmo la proposta di ICE. L'economia di Hong Kong ha vissuto alti e bassi negli ultimi tre anni: la recessione iniziata in concomitanza con le proteste politiche del 2019 ha subito un grave peggioramento a causa della pandemia e nel 2022 il PIL reale ha registrato una flessione del 3.5%, ma già nel 2023 si stima un aumento compreso tra il 3,5 e il 5,5 %; pertanto un mercato da presidiare".