07/08/2021

Ruota palladiana - ITINERARIO / 10 Da Sarego a Lonigo attraverso la Val Liona

Passaggio a Sud Est. Decimo e ultimo itinerario della rubrica curata da Maurizio Mascarin.

BiciCartolina. Ammaliati dalle sue nebbie, si rincorre un passato di nobile terraferma: il Basso Vicentino. Che è qualcosa di più che un semplice territorio, ma un punto di vista letterario che trasuda di trame e intrecci noir. Le pagine della storia – ben visibili nelle testimonianze architettoniche delle sue splendide ville con parco barchessa e campagna - sembrano ancora permeate di lotte bellicose (tra scaligeri e padovani), di lotte religiose (tra monaci di questo e quest’altro Ordine), di cose segrete e fatti misteriosi.

C’era un tempo in cui, nella parte meridionale dei colli, i monaci Olivetani, ben più rigidi dei confratelli Benedettini, passavano i loro giorni in preghiera; al contempo, nella Sarego medioevale, i confratelli si combattevano con tale impeto “da far cadere i 2 castelli”. Fuoco e fiamme di Mondi vicini, di Mondi capovolti.

Poco oltre, ad Orgiano, dove tutti da mattina a sera erano intenti a lavorare la canapa, l’intreccio con la storia si fa romanzo. La trama, non del tutto risolta, parte da un interrogativo: “Chi era il nobile del Seicento di nome Paolo Orgiano?”.

“Se non vi ricorda nessuno - ci suggeriscono gli storici contemporanei - pensate al don Rodrigo dei Promessi sposi, i due personaggi hanno più di qualcosa in comune”. Come dire: storie di faccende e intrighi in una terra che ancora offre incipit all’investigatore Holmes.

Ma torniamo al nostro itinerario.

Trenta chilometri di pedalata fluida, dentro e fuori le colline e le vallette dei Berici di sud est, che proprio qui danno il via libera alla pianura bassa, segnano il confine con le terre del Veronese. Il tragitto si snoda attraverso la Val Liona, costellata da antichi e suggestivi borghi di origine medioevale; poi il passaggio in aperta campagna, dove lunghe strade a perdita d'occhio ci consentono di ammirare una sorta di "museo rurale vivente”: antichi mulini (in parte ancora funzionanti), aratri e trattori d’epoca “sbuffanti” ma pur sempre in salute. Immagini arcaiche di una bella terra di confine che regala pezzi, punti, angoli, di un delicato acquerello

Infine il capoluogo storico di questo comprensorio: Lonigo. Già Comune nel XI secolo, il centro conserva le caratteristiche di capitale del Basso Vicentino mantenendo intatte le testimo­nianze dei domini che nel tempo si sono susseguiti: padovani, scaligeri, veneziani.

Per quasi 4 secoli (dall’ 8 aprile 1404) Lonigo legò il suo destino alla repubblica di San Marco; un feeling duraturo tra gente di mare e gente di terra che si conserva nello stemma comunale; quell’immagine del Leone, con le zampe da granchio e posto di profilo, tipico della Serenissima.

Andata&Ritorno. Consigliamo il trasferimento auto +bici fino a Sarego, punto di partenza del nostro itinerario.

Nel primissimo tratto, di circa un chilometro e mezzo, che da Sarego porta a Lonigo, la trafficata statale non permette distrazioni; dopodiché, via libera alle tante cu­riosità di questa zona, che da primavera a settembre regala al forestiero un ricco calendario di feste popolari e manifestazioni enogastronomiche. Seguendo le insegne per la Roc­ca Pisana, si svolta a sinistra in direzione Ponticello e in pochi minuti si dimenticano i rumori del centro abitato. Riservia­mo la visita al centro leoniceno per il ritorno e, senza strappi, affrontiamo i due chilome­tri di salita discretamente impegnativa che ci conducono alla monumenta­le Rocca Pisana, inclusa nell’elenco di Patrimonio Mondiale dell’Unesco. Se il tempo non vi dà fretta, vale la pena improvvisare un giro per le caratteristiche stradine che, in grande libertà, ci portano alla fontana delle Acque di Lonigo e all’antico Pozzo Coperto.

Superata la Rocca Pisana, lasciamo sfogare le gambe sui saliscendi che, nello spazio di pochi chilometri, ci separano da Monticello e Villa del Ferro, con il suo caratteristico borgo rurale che fa da cornice a villa Giacometti Oliviero, edificio di fine ‘400 che versa in stato di degrado. Qui incrociamo la provinciale per Orgiano, ma noi proseguiamo diritti verso la piccola frazione di Campolongo, a un chilometro e mezzo di distanza, dove ci regaliamo uno sguardo a Villa Dolfin e una pausa all'ombra dell'antica Torre Cantarella che domina sulla piccola piazza. Il complesso monumentale, per come appare ai nostri occhi, risale al XVI secolo, ma le sue origini sono precedenti. Rimontiamo in sella e stavolta puntiamo decisi verso Orgiano e le ultime propaggini dei Berici: 5 chi­lometri tutti d'un fiato ci portano in questo paese dai tratti delicati e, suo malgrado, al centro di una querelle storico-letteraria. Ci riferiamo all’intrigante caso processuale del ‘600 riguardante il nobile Paolo Orgiano che, secondo recenti documentazioni, avrebbe “ispirato” nientemeno che Alessandro Manzoni nella sceneggiatura di parti dei Promessi Sposi (vedi OMNIBUS).

Appoggiato alle propaggini orientali dei Berici, l’abitato di Orgiano raccoglie innumerevoli testimonianze: dalle lapidi e iscrizioni affisse nella facciata del palazzo comunale (in passato sede vicariale), che si affaccia in piazza, alla chiesa parrocchiale che raccoglie pitture del 400-500, tra cui una tela di Bartolomeo Montagna. Dal centro del paese, la lunga cinta muraria e lo scenografico complesso di villa Fracanzan Piovene catturano l’attenzione del forestiero. Quell’attenzione che non passò inosservata nemmeno a Napoleone il quale, di fronte a tanta bellezza, decise di pernottare in villa per una notte.

Lasciamoci alle spalle i colli e via per 1 km e mezzo verso l'aperta pianura: prossima tappa Teonghio, minuscolo centro agricolo, che mette in mostra Villa Bevilacqua, e di seguito Spessa (3,5 km da Orgiano), che segna il confine con la provincia di Verona.

Proviamo pure un allungo nel tratto di sette chilometri che ci separa da Bagnolo, altro piccolo centro lun­go il torrente Guà, noto per la presenza di Villa Pisani, che ci riporta in territorio leoniceno. A questo punto rientriamo nella statale e seguia­mo l'indicazione Lonigo-Vicenza; il tratto non è trafficato come nella prima parte e ci consente di percorrere i tre chilometri fino al centro di Lonigo con tranquillità. Arte, storia e buon vino (Lonigo può vantare l’adesione all’associazione “Città del vino”), qui sono di casa. D’obbligo una visita al Palazzo Comunale del 1557 e a Villa Giovannelli, ora dei Gesuiti, rifatta nel XIX secolo; poi di corsa in piazza Garibaldi, punto di incontro di tutti i leoniceni.

 ITINERARIO. Sarego - Lonigo- Monticello di Lonigo -Villa del Ferro - Campolongo - Orgiano. Ritorno. Orgiano, Teonghio, Spessa, Bagnolo, Lonigo, Sare­go. (ANELLO)

CARATTERISTICHE. Parte del percorso si snoda nel paesaggio collina­re, parte in lunghi rettifili pianeggianti. Tratto in salita da Lonigo a Monticello.

TOTALE Km 34 –

Da Vicenza a Sarego km 20

CicloPensiero. “Take it easy”. Lasciati andare, The Eagles.

LE VILLE: Villa Da Porto Zordan, Palazzo Pisani, Lo Rocca Pisana, Villa San Fermo Giovanelli, Villa Priuli Lazzarini, Villa Fracanzan Piovene, Villa Pisani Ferri, Villa Giacometti Oliviero, Villa Grazia Bevilacqua detta “La Veronese”.

Villa Da Porto Zordan detta "La Favorita" (Sarego). Edificata nel 1715 su disegno dell'architetto Francesco Muttoni, la facciata è caratteriz­zata da un imponente pronao a sei colonne e da una lunga scalinata. Più antica la cap­pella, del 1697. Affreschi di autore ignoto, statue della scuola del Marinali.

Palazzo Pisani (Lonigo). La paternità del progetto rimane ancora in dubbio tra Palladio e Sanmicheli. Costruito nel 1557, nel primo Settecento sono state aggiunte le torri laterali e la gradinata. Ora il palazzo ap­partiene all'Amministrazione comunale.

La Rocca Pisana (Lonigo). Eretta nel 1576 su progetto di Vincenzo Scamozzi, ripete lo schema della Rotonda palla­diana. Le particolari soluzioni che permetto­no l'illuminazione degli interni creano sug­gestivi effetti di luce. Di grande impatto anche la collocazione, posta sul colle che domina la pianura leonicena.

Villa San Fermo Giovanelli (Lonigo). Sorta su un preesistente edificio, fu eretta nel 1867. Di rilievo l'ingresso, con statue e i due chiostri del '400 e '500. Ora è dei padri Pavoniani.

Villa Priuli Lazzarini (Villa del Ferro). C’è lo stile di Vincenzo Scamozzi per questo edifi­cio costruito alla fine del '500, del quale però ancora si ignora il progettista. Singolari forme di vasi abbelli­scono il timpano; interessanti anche i camini che si impon­gono sulla facciata. Chiesetta, barchessa e giardino.

Villa Fracanzan Piovene (Orgiano). Attribuita a Francesco Muttoni, fu costruita nel 1710 su commessa dei Fracanzan, famiglia nobile presente ad Orgiano dal 1316. Imponen­te il prospetto meri­dionale e sfarzosi gli interni, tra cui spicca la cucina con l'acquaio in marmo rosso. Parco e giardino.

Villa Pisani Ferri (Bagnolo). Secondo il progetto originale del Palladio la villa avrebbe dovuto contare su due prospet­ti imponenti, ma ne fu realizzato solo uno nel 1544. All'interno si trova uno degli spazi più monumentali del Palladio, un grande salone illuminato dalla finestra termale e collegato alla loggia; affresco sulla volta di Bernardino India.

Villa Giacometti Oliviero (Villa del Ferro). Edificio che risale al 1483, ora versa in una situazione precaria. In tempi più recenti è stato dimora dei conti Trissino. Dal borgo parte il sentiero 51 che sale in collina.

Villa Grazia Bevilacqua (località Spessa di Orgiano). Di ignoto architetto, risale alla fine del ‘600; celebrata per i suoi affreschi del Settecento; cappella del 1693. L’edificio con parco antistante sorge al confine con la provincia di Verona, da cui la denominazione popolare “La Veronese”.

OMNIBUS

Lonigo. Sorge all’estremità sud-occidentale dei Colli Berici, a 23 km da Vicenza. Di epoca romana, il suo toponimo “Leo+icus” indica le proprietà di un altolocato personaggio. Nel 1404, dopo aspre contese, i veneziani assegnarono Lonigo alla famiglia Pisani, a cui si devono vari edifici presenti in zona: il palazzo signorile, la villa, la residenza rustica di Bagnolo. Dal punto di vista urbanistico l’attuale configurazione del centro di Lonigo risale all’Ottocento; in quel secolo l’imperatore Francesco 1mo d’Austria promosse Lonigo al rango di città.

Il Processo di Paolo Orgiano. Per saperne di più, vi rimandiamo al saggio “Dalla storia al romanzo: il processo a Paolo Orgiano”, a cura di Claudio Povolo, edito da Cierre Edizioni. L’ ipotesi è che Alessandro Manzoni si sia ispirato alle vicende processuali di questo nobile del Seicento per la narrazione di fatti e personaggi dei Promessi Sposi.

L’Artica. A Lonigo, tra dicembre e gennaio, si corre L’Artica, gara per biciclette d’epoca che fa parte del circuito delle corse ciclostoriche del calendario denominato “Giro d’Italia d’epoca”. L’ultima edizione ha visto la partecipazione di 400 cicloturisti in bici d’annata.

Museo trattori d’epoca. Si trova ad Orgiano all’interno del complesso di Villa Fracanzan Piovene ed è testimonianza della vita rurale dell’area veneta.

Sentiero 55. Inizia dalla chiesa parrocchiale di Orgiano e si addentra nella natura del monte detto “delle Piume”. Panoramico, si sviluppa su strade sterrate lungo il bosco.

Itinerario manzoniano. Ripercorre i luoghi legati alla figura di Paolo Orgiano, che ispirarono alcune vicende dei Promessi Sposi. Inizia dal palazzo del Comune di Orgiano e prosegue lungo la strada che sale fino al cimitero. Qui la sosta nella chiesa e al vicino oratorio di Sant’Antonio e San Lazzaro è d’obbligo. Scende poi verso il punto di partenza per proseguire in direzione di villa Fracanzan Piovene. Altro itinerario è quello detto del “Muron”, 4 km attorno al perimetro esterno del parco di villa Fracanzan Piovene.



Photo by Christin Hume on Unsplash

Maurizio Mascarin

Maurizio Mascarin

Maurizio Mascarin per quasi quarant'anni ha svolto l'attività di giornalista per testate locali e nazionali, scrivendo prevalentemente su temi inerenti all'economia del Nordest. È stato tra i fondatori del settimanale Nuova Vicenza e direttore editoriale di un'agenzia di comunicazione rivolta alle Pmi del modello Veneto Anni Novanta. Tra le sue pubblicazioni: "Tangenti, 90 giorni che sconvolsero il Veneto", coautore; "Le aziende certificate del Veneto"; "La pietra paziente - storia del recupero del quartiere operaio Rossi di Piovene Rocchette ", coautore.