29/06/2021

Ruota palladiana - ITINERARIO / 2 Da Secula (Longare) lungo il Bacchiglione

Accompagnati dal fiume. Secondo itinerario della rubrica dedicata agli itinerari cicloturistici curata da Maurizio Mascarin.

BiciCartolina. Costeggiate l’argine rettilineo del Bacchiglione, che si mischia e si confonde con le geometriche e ordinate campagne di queste parti, avendo sullo sfondo da un lato i Colli Berici e dall’altro le sagome degli Euganei e dei 7 Colli di Montegalda. Pedalando facile, l’emozionante incontro ravvicinato con ville, cascinali, parchi e giardini, chiese e campanili, in un percorso pianeggiante da fare tutto d’un fiato, di grande respiro e nobili atmosfere. A vista d’occhio, godrete il piacere di un paesaggio garbato, morbido, dalle forme delicate che, in un rapido accostamento del pensiero, ci riportano alla mente alcuni dipinti sulla natura di Claude Monet.

Siamo a metà strada tra la città e il suo opposto. Siamo in un luogo di mezzo, un luogo romantico. In un clima che si fa sempre più agreste, è tutto un rincorrersi di ville, famose e non, di rustici veneti ancora troppo giovani per essere considerati di valore architettonico, ma che al di là dell’epoca e delle radici poco nobili si fanno apprezzare per i movimenti imprevedibili con cui scandiscono il paesaggio tipicamente piatto di queste zone. 

Lungo la ciclabile che intercetta e affianca il corso del Bacchiglione da Secula (Longare) sino alle porte di Montegalda, per inserirsi poi in quella che ci porta al borgo di Ghizzole, sta il filo conduttore di questo itinerario che abbraccia, in un piacevole gioco cromatico, le acque del fiume e i colori stagionali dei suoi argini, le tinte della terra e i sapori della campagna. Siamo dentro, in bici e con la memoria, ad un pezzo dei “percorsi Fogazzariani”; ma siamo anche in compagnia di quel Bacchiglione, flumen Bakillonis, in un tempo remoto conteso prima dai padovani poi dai veronesi, che oggi alterna toni “balneari” a toni bucolici. E poi la cucina del territorio. Per i buongustai, in questa terra di antiche e rinomate trattorie, si conserva intatta la tradizione del piatto più famoso del Vicentino: polenta e baccalà. Le metaforiche quattro case del borgo di Ghizzole, che si raggiunge via argine, sono poi un’ulteriore sorpresa. Una sosta nell’unico bar di questa frazioncina godereccia è da consigliarsi, prima di riprendere la strada del ritorno in direzione Riviera Berica.

Andata&Ritorno. Il chilometro zero, quello di partenza, è a Porta Monte sotto l’Arco delle Scalette con il grande e massiccio Leone Alato. Da qui s’intercetta la pista ciclabile della Riviera Berica, lasciando sulla destra le indicazioni per Villa Capra La Rotonda, Villa Guiccioli, la Valletta del Silenzio. Dentro alla scorrevole ciclabile oltrepassiamo Campedello e, all’altezza di Ponti di Debba, intercettiamo il nuovo tratto in passerella con affaccio sul Bacchiglione..

La città è ormai lontana, a circa 6 km, e ci si invola verso Longare. Al semaforo del centro del paese prendiamo a sinistra, per via Municipio, dove un sottopasso ciclopedonale ci conduce al ponte sul Bacchiglione di Secula, luogo frequentato dai pescatori per la generosità delle sue acque. Siamo così giunti all’imbocco della pista ciclabile ( denominata Roi, che fa parte dei Percorsi Fogazzariani) che da Secula va lungo l’argine in direzione Colzè- Montegalda.

Poco più di 3 km di sterrato scorrevole, tutt’altro che impegnativo, che termina nelle vicinanze della rotatoria dell’Autostrada. L’ambiente fluviale espresso da questo tratto è particolarmente bello e una sosta alle Chiuse del fiume è pressoché d’obbligo. Come non può mancare, in territorio di Colzè, uno sguardo alla seicentesca Villa Feriani. Lasciata la ciclabile ci si immette con rammarico nella provinciale (SP20), lasciando l’argine alla nostra destra. Pochi chilometri sull’asfalto e si arriva in piazza Marconi a Montegalda (Villa Gualdo del ‘600, sede del Municipio), da dove ha inizio una gradevole pedonabile sull’argine. Ridendo e scherzando, come è giusto che sia, abbiamo percorso 12 km. E non è finita. Montegaldella (da vedere la chiesa parrocchiale con pale del ‘600) è divisa da Montegalda da un breve ponte sul Bacchiglione (sempre lui il protagonista!). Lo si oltrepassa e s’imbocca l’agreste ciclabile sull’ argine che in un paio di chilometri conduce, attraverso l’uscita di via Colombaretta, a Ghizzole, un borghetto dalle atmosfere d’altri tempi (da vedere esternamente, in quanto è privato, “L’oratorio Ragona”). L’ebrezza dello sterrato termina qui. E anche la biciclettata in compagnia del Bacchiglione è giunta al termine. Si lascia Ghizzole, attraverso via Terminon, oltrepassando uno scomodo e insidioso cavalcavia in direzione Villaganzerla - Ponte di Castegnero; poi 4.5 km di strada provinciale, non particolarmente trafficata, che corre in aperta campagna. Giunti a Ponte di Castegnero, facendo molta attenzione all’attraversamento della SP27, ci si immette nella ciclabile della Riviera Berica. La città è ad una decina di chilometri, da percorrere tutti d’un fiato solo se siete di fretta.

ITINERARIO.Porta Monte (Vicenza)–Longara– Debba- Longare/località Secula - Colzè- Montegalda - Montegaldella- Villaganzerla – Ponte di Castegnero (andata). Ponte di Castegnero – ciclabile della Riviera Berica fino a Vicenza (ritorno).

CARATTERISTICHE. Percorso tutto pianeggiante, in gran parte su pista ciclabile asfaltata; sterrato lungo gli argini; da Ghizzole a Ponte di Castegnero alcuni tratti di strada trafficata; attenzione al cavalcavia appena fuori Ghizzole. Squarci di panoramica sui Colli Berici, sugli Euganei e sui Sette colli di Montegalda.

TOTALE KM 32

CicloPensiero.”Per tutto c’è un momento e un tempo per ogni azione sotto il sole”, da Ecclesiaste.

LE VILLE. Villa Scroffa, Villa Il Palazzon, Villa Feriani, Villa Fogazzaro Roi, Castello Grimani Sorlini, Villa Conti Campagnolo detta “La Deliziosa”, Oratorio Beata Vergine del Carmine.

Villa Scroffa (Colzè). Edificio che risale al 1672; cortile con estesa barchessa di 16 colonne doriche e torre colombara.

Villa Il Palazzon (Colzè). Costituita da un corpo centrale e due barchesse, risale al 1500. Di stile palladiano, la villa è privata e ospita ricevimenti nuziali.

Villa Feriani ( Colzè). Villa del ‘600 edificata su precedente costruzione quattrocentesca, fu rimaneggiata nel 1930. La parte centrale della facciata è composta da tre archi al pianterreno e da quattro semicolonne ioniche al piano superiore. Sulla facciata gli stemmi delle famiglie proprietarie nel corso dei secoli: scrofa rampante per la famiglia Scroffa; leone per la famiglia Garzadori; fascio di rose per la famiglia Feriani. Cappella gentilizia con altare attribuito ad Orazio Marinali.

Villa Chiericati Fogazzaro Roi (Montegalda). Costruita nel 1846 da Caregaro Negrin su precedente edificio seicentesco dei Chiericati. La villa neorinascimentale fu fatta erigere da Antonio Fogazzaro, nonno del famoso romanziere. Cappella neoclassica con pittura di Giovanni Busato; fa parte del complesso anche la chiesetta gotica di San Marco, posta sul monte circostante, che conserva una tela del Maganza. Vasto parco e giardino.

Castello Grimani Sorlini (Montegalda). Risale al 1176 e fu conquistato nei secoli da diverse Signorie, fin quando passò alla Serenissima di Venezia, che nel 1455 lo donò ai Chiericati di Vicenza. Dopo essere stato occupato dagli spagnoli (fino alla prima metà del ‘500), venne definitivamente adibito a dimora patrizia tra il ‘600 e il ‘700. Da segnalare il cortile interno per la presenza delle statue del Marinali. Parco, giardino, belvedere. Ai piedi del castello la Pieve di Santa Giustina. 

Villa Conti Campagnolo (Montegaldella). L’edificio risale al 1622 ma fu modificato nel ‘700 e nel 1868. Nel retro si trova “La Ruota”, gruppo scultoreo opera di Orazio Marinali e della sua Bottega che simboleggia le quattro parti del mondo; pala settecentesca di Giambettino Cignaroli. Cappella, parco e giardino, cancellate in ferro battuto.

Oratorio Beata Vergine del Carmine (Secula). Edificato nel 1724 dalla famiglia Valmarana; statue attribuite a Orazio Marinali.

OMNIBUS

Il Bacchiglione conteso. Prima Flumen Bakillonis, poi rio Bacalone, quindi, con la confluenza delle acque del Retrone a Vicenza in località Borgo Berga, l’attuale nome di Bacchiglione. La storia ci racconta che questo fiume è stato protagonista di tante guerre dell’acqua tra Vicenza e Padova prima, Vicenza e Verona poi. Le contese terminarono con l’entrata in campo di Venezia.

Alveo archeologico del Bacchiglione. Gli scavi effettuati a fine Ottocento per la realizzazione del complesso delle chiuse di Colzè hanno portato alla luce interessanti reperti di provenienza etrusca.

Le Chiuse di Colzè e il Parco del Bacchiglione. In corrispondenza della bella stagione, l’ area delle Chiuse ospita iniziative socio- culturali, tra cui “La Pasquetta del pescatore”.

Cavalieri di Montegalda. Nel periodo dell’Alto Medioevo la rivalità con i vicini padovani ha creato la leggenda dei Cavalieri di Montegalda. I maschi primogeniti venivano nominati cavalieri per difendere la loro terra.

I 7 Colli di Montegalda. Sono: monte Castello, monte Roccolo, monte Merlino, monte Buso, monte Lungo, monte Della Morte, monte Ponzimiglio.

Via Gallica. Di questa via romana non lastricata, oggi nota con il nome di Via Pelosa, che collegava Vicenza -Vicetia a Padova- Patavium, sono visibili alcuni tratti a Montegalda.

Il paese del saluto. Montegaldella è conosciuta come “il paese del saluto”. In tal senso promuove campagne educative e di amicizia.

I campanari di Montegaldella. Le 12 campane del campanile di Montegaldella vengono ancora azionate a corda dal gruppo locale di campanari, evocando tempi antichi.

Mostra permanente su Antonio Fogazzaro. Villa Gualdo di Montegalda ospita la mostra permanente dedicata allo scrittore vicentino Antonio Fogazzaro, che qui vi abitò intorno alla metà dell’Ottocento.

Ghizzole, Festa della zucca. Si tiene nel piccolo e grazioso borgo nella seconda metà del mese di settembre.



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Maurizio Mascarin

Maurizio Mascarin

Maurizio Mascarin per quasi quarant'anni ha svolto l'attività di giornalista per testate locali e nazionali, scrivendo prevalentemente su temi inerenti all'economia del Nordest. È stato tra i fondatori del settimanale Nuova Vicenza e direttore editoriale di un'agenzia di comunicazione rivolta alle Pmi del modello Veneto Anni Novanta. Tra le sue pubblicazioni: "Tangenti, 90 giorni che sconvolsero il Veneto", coautore; "Le aziende certificate del Veneto"; "La pietra paziente - storia del recupero del quartiere operaio Rossi di Piovene Rocchette ", coautore.