31/07/2022

Ulss 7, Santorso: donazione da 75.000 euro di Grotto e Sottoriva, tramite Fabbricare Salute

Grazie al progetto del Raggruppamento, l'ospedale punta a diventare uno dei primi in Italia per il trattamento dell’ipertrofia prostatica benigna.

Quando il privato e il pubblico lavorano insieme, con progettualità di alto tenore e attaccamento alla comunità, di cui l’Alto Vicentino ha più volte dato dimostrazione di essere ricco, succedono cose straordinarie.

È quanto accade all’Ospedale di Santorso nel quale il personale medico dispone, da pochi mesi, di due nuove tecnologie d’avanguardia per il trattamento dell’ipertrofia prostatica benigna, una delle patologie che maggiormente colpiscono la popolazione maschile, in particolare dopo i 50 anni.

Si tratta del sistema Rezūm, che utilizza il vapore per ridurre di circa il 40% il volume prostatico, e di un laser interstiziale, che va a distruggere i tessuti patologici. Due tecnologie che raramente si trovano in accoppiata in un’unica struttura pubblica e che permettono di intervenire in anestesia locale, in tempi rapidi (previsto il day hospital) e con un tasso di possibili complicanze ridotte dell’80% rispetto all’intervento tradizionale.

Tutto questo è stato possibile grazie a un gioco di squadra che ha visto collaborare l’Ulss7, con il DG Carlo Bramezza e il direttore dell’Unità Operativa di Urologia dott. Antonio Celia; il progetto Fabbricare Salute, promosso dal Raggruppamento Alto Vicentino di Confindustria Vicenza in collaborazione operativa con Fondazione di Comunità Vicentina per la Qualità di Vita Onlus; e le donazioni di due noti industriali scledensi come Daniele Grotto, Presidente di GPS Bags, che ha messo a disposizione una cifra di 60 mila euro e Pietro Sottoriva, Presidente e AD di ENODIA, che ha aggiunto 15 mila euro.

“Durante il covid ho necessitato di ben 42 giorni di cure presso il nostro ospedale e devo dire che non avrei potuto pensare di ricevere un trattamento migliore di quello avuto a Santorso. L’attenzione, le competenze e anche l’empatia dimostrate da tutti i sanitari, in un periodo davvero drammatico non solo a livello personale ma per tutto il Paese, mi hanno spinto a dare il mio personale contributo all’ospedale, alle persone speciali che vi lavorano e, di conseguenza, a tutti i cittadini del territorio che hanno bisogno e diritto di stare bene”, racconta Grotto.

“Sono davvero felice di poter interagire con un tessuto di imprenditori che ha permesso ad urologia di poter fare un ulteriore doppio salto di qualità – afferma Bramezza -. Doppio perché da una parte siamo nelle condizioni di curare una patologia molto diffusa in maniera molto meno invasiva; dall’altra, queste tecnologie ci permettono di fare un’operazione particolarmente complicata in questo momento storico, ovvero attirare giovani medici qui, in Ulss 7, in quanto hanno l’opportunità di misurarsi con tecnologie innovative che non si trovano certo ovunque, fermo restando che queste strumentazioni accrescono anche le competenze e le qualità dell’eccellente team già oggi in servizio, ovviamente”.

Medesimo intento di Fabbricare Salute che a fronte di un diffuso distacco di medici da Santorso, vuole dimostrare come il territorio sia esigente e presente anche con segnali importanti per giovani medici che possono trovare in questa struttura entusiasmo, mezzi e competenze.

“Da tempo stiamo ridefinendo l’organizzazione di urologia sui tre ospedali dell’Ulss7 di modo che, lavorando sulle specializzazioni ma anche sull’integrazione, si possano garantire le migliori cure ai pazienti e le migliori condizioni per lavorare ai medici e al personale sanitario – spiega il direttore Celia -. Santorso si trova nelle condizioni di avere oggi competenze e risorse tecnologiche, strumentazioni e opportunità formative per creare trattamenti di ipertrofia prostatica benigna paragonabili a quelli di un’Unità Operativa Complessa. Tutto questo grazie alla strutturazione di progetti mirati, come quello che abbiamo sottoposto alla direzione generale e che ha trovato il supporto di Fabbricare Salute, che stanno dando risultati eccellenti”.

Sono del 30 maggio scorso, infatti, i primi interventi svolti con i nuovi strumenti, il cui utilizzo è anche oggetto di studio e valutazione comparata, possibile appunto grazie alla contemporanea presenza in Santorso, da parte del team di medici guidato da Celia:Puntiamo ad arrivare a trattare 500 casi l’anno, ovvero diventare uno dei primi centri in Italia e dimostrare, con rigore scientifico, che con progetti ben studiati e con serietà, si possono raggiungere risultati ben oltre le aspettative”.

“Santorso non è un ospedale hub, ma i cittadini meritano di essere curati qui, nel territorio, altrettanto bene – aggiunge il DG dell’Ulss7 -. Durante il covid Santorso è stato chiamato ad un sacrificio, è stato fatto un lavoro straordinario che ha salvato molte vite. Nella via verso la, speriamo, ritrovata normalità, l’integrazione tra i tre poli dell’Ulss 7 ci deve permettere di fare, assieme a Confindustria e Fabbricare Salute, operazioni straordinarie come questa svolta con il team di urologia”.

“L’intervento delle imprese e di Fabbricare Salute – aggiunge Sottoriva – sarà sempre prima di ascolto e poi d’azione, perché il nostro vuole essere un approccio partecipativo, a servizio delle esigenze dell’Ulss7 e non di certo un’invasione di campo dei privati nei confronti della sanità pubblica, anche perché le competenze sono nelle mani e nelle menti dei medici, degli scienziati e dirigenti, mentre nelle nostre aziende siamo bravi a fare altro. Il nostro unico interesse è la salute dei cittadini del territorio dove tutti noi, le nostre famiglie, i nostri collaboratori e i loro cari vivono”.

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FABBRICARE SALUTE

Il fondo Fabbricare Salute, nato ufficialmente il 30 maggio 2021 è un progetto del Raggruppamento Alto Vicentino di Confindustria Vicenza che, grazie anche alla collaborazione operativa della Fondazione di Comunità Vicentina per la Qualità di Vita Onlus, riceve da medici e dirigenti sanitari dell’Ospedale di Santorso la proposta di progetti da finanziare.

Il fondo è vincolato allo sviluppo del sistema socio-sanitario e ospedaliero dell’Alto Vicentino la cui ratio deriva dall’esperienza avuta durante le prime campagne di raccolta fondi in occasione del primo lockdown covid, a partire dalle quali si è deciso di identificare e creare uno strumento utile affinché le donazioni possano essere mirate a progetti concreti e specifici e le risorse affidate ad un  comitato di gestione composto dagli imprenditori Antonio Spillere (in rappresentanza del CdA della Fondazione QuVi), Silvia Marta (neo presidente del Raggruppamento), Pietro Sottoriva (Past President del Raggruppamento), Vania Sperotto e Marco Zuccato.

“È fondamentale – conclude Marta – che del servizio e delle strutture del nostro ospedale non si possa che parlare bene per i risultati e l’efficienza che ha nei confronti dei cittadini. Credo sia un’esigenza importante, per tutto l’Alto Vicentino nel suo complesso: dimostrare di avere un ospedale d’eccellenza è indice di un territorio sano, di un luogo dove la qualità della vita è alta, un posto dove poter vivere bene, lavorare bene e poter mettere radici con serenità e sicurezza”.