18/07/2023

Federorafi, avvio d’anno favorevole: il fatturato cresce dell'11,3%

L’andamento del settore orafo-argentiero-gioielliero nei primi 3 mesi 2023

Avvio d’anno favorevole per il comparto dell’oreficeria, argenteria e gioielleria italiano, secondo i dati elaborati per Federorafi dal Centro Studi di Confindustria Moda: cresce il fatturato (+11,3%), trainato dall’export (che registra incrementi superiori al 10% sia in valore che in KG); arresta la corsa l’import; si consolida il saldo commerciale.

La produzione rallenta, ma resta positiva, nei primi tre mesi (contrariamente a molti settori manifatturieri italiani).

Rimane pressoché stabile, rispetto a dicembre, il numero di imprese attive e tiene l’occupazione, dopo la dinamica 2022 confortante.

Malgrado il rallentamento della crescita, di cui si sono già avuti diversi segnali, il sentiment sull’anno in corso appare promettente, con 7 associati su 10 che ritengono di poter chiudere il 2023 migliorando (o almeno uguagliando) i risultati del 2022.

Le difficoltà nel reperimento di manodopera qualificata, assieme ai costi elevati di materie prime ed energetici, le maggiori criticità dello scenario attuale.

I dati nel dettaglio:

  • I risultati della consueta rilevazione condotta tra gli associati a Federorafi indicano, con riferimento al campione di aziende rispondenti, un aumento tendenziale del fatturato, nel primo trimestre 2023, pari al +11,3%. Tre imprese su cinque (61%) hanno sperimentato una crescita dei ricavi su un anno addietro; per il 22% del panel l’incremento è stato superiore al +20%.
     
  • L’indice ISTAT della produzione industriale – che misura la variazione nel tempo del volume fisico della produzione effettuata dall’industria – nonostante una frenata a marzo (-2,7% tendenziale) chiude i primi 3 mesi dell’anno in terreno positivo (+2,3%), a differenza di molti altri settori manifatturieri italiani che mostrano già un arretramento. Allo stesso tempo conferma le indicazioni degli associati Federorafi, che segnalano un rallentamento delle vendite già nel trimestre aprile-giugno, destinato ad accentuarsi nella seconda parte dell’anno, anche per i sintomi di debolezza che stanno emergendo nell’economia mondiale.
     
  • Le vendite estero sono salite del +16,6% in valore (2,5 miliardi di euro di beni esportati, operazioni di pura commercializzazione incluse), con un +14,6% anche in termini di quantità (KG). 
     
  • Tra le tipologie, cresce l’export della gioielleria da indosso (+15,9% in valore nel complesso) grazie soprattutto a quella realizzata in oro (+17,7%) di gran lunga la voce merceologica principale (84% sul totale); quella in argento segna un più modesto +2,2%. Per la bigiotteria, terza voce del comparto per valori assoluti dopo le due precedenti, +27,2%.
     
  • Si confermano ai primi 4 posti in valore tra gli sbocchi esteri del settore O-A-G gli USA (che malgrado un moderato +5,9% su gennaio-marzo 2022 sono il mercato in maggior espansione nell’ultimo quadriennio e quello ritenuto più interessante dagli Associati nell’attuale fase congiunturale), la Svizzera (+18,3%), gli Emirati Arabi (+11,3%) e la Francia (+18,8%), principale cliente comunitario.
     
  • Crollano ulteriormente, per il conflitto in atto, le vendite in Russia e Ucraina (-78,2% globalmente).
     
  • La Toscana (+11%) è la prima regione esportatrice O-A-G nel trimestre analizzato, con una quota attorno al 35% del totale nazionale. La graduatoria delle province vede sempre al comando Arezzo (+8,4%), seguita da Vicenza (+6,9%), Alessandria (+24,4%) e Milano (+56,2%). Le due province del distretto campano di Napoli-Caserta, importanti dal punto di vista produttivo benché con una bassa propensione all’export, evidenziano nell’insieme un +24,9%.
     
  • Si rafforza il saldo commerciale settoriale (2,1 miliardi di attivo nei primi 3 mesi, +22%), anche per la frenata dell’import (-4,5%) dopo la fiammata del 2022.
     
  • Segnali di sostanziale stabilità nella demografia delle imprese (con un calo di -37 aziende a fine marzo nel numero delle attive, sceso a 7.001, -0,5% rispetto allo scorso dicembre) e nell’occupazione (salita invece a 32.312 unità, +0,1% tra industria e artigianato).