21/03/2024

Dalla Vecchia: "Senza armonizzazione in EU, a rischio il Mercato Unico, l'economia e il lavoro"

"I candidati a rappresentare l’Italia al Parlamento europeo avranno il compito di difendere il lavoro".

Il futuro del Mercato Unico Europeo, con particolare attenzione agli aspetti fiscali, ci offre la possibilità di volgere uno sguardo approfondito su come l’armonizzazione delle imposte indirette, come l’IVA e le Accise, rappresenti una pietra angolare per il superamento delle barriere all'interno dell'Unione Europea, facilitando così il commercio e l'investimento transfrontaliero.

Attualmente, la Direttiva 2006/112 per l’IVA e la Direttiva 2008/118 per le Accise rappresentano i principali strumenti normativi che regolamentano queste imposte a livello dell’Unione. Sebbene queste direttive abbiano portato a una certa misura di armonizzazione, la discrezionalità lasciata agli Stati membri nel loro recepimento porta inevitabilmente a differenze normative. Questa situazione crea sfide significative per le imprese che operano in più di uno Stato membro, con costi di conformità e difficoltà interpretative che possono ostacolare l'efficienza delle operazioni commerciali transfrontaliere.

Per affrontare queste sfide, si suggerisce un maggiore utilizzo del regolamento, uno strumento normativo di immediata applicazione negli ordinamenti nazionali, al posto della direttiva. Questo cambiamento favorirebbe una maggiore omogeneità normativa e interpretativa, semplificando notevolmente la vita alle imprese operanti all'interno dell’UE.

Un esempio illuminante del potenziale di tale approccio è rappresentato dall'introduzione delle norme comuni sulle operazioni di call-off stock e sulle cessioni a catena, che hanno già mostrato come l'adozione di linee-guida comunitarie possa facilitare significativamente le transazioni intra-UE.

In aggiunta, il passaggio alla fatturazione elettronica per le cessioni di beni e servizi a livello comunitario rappresenta un altro passo avanti verso l'armonizzazione. L'Italia, pioniera in questo campo con l'introduzione della fatturazione elettronica dal 2019, sottolinea l'importanza di assicurare la compatibilità dei sistemi a livello UE per evitare oneri duplicati per le imprese.

Infine, esprimiamo una forte contrarietà all'adozione di imposte comportamentali, come la Plastic tax o la Sugar tax, che se implementate in modo non uniforme tra gli Stati membri potrebbero introdurre distorsioni significative alla concorrenza. E questi sono solo due di molti casi paragonabili su cui persiste un drammatico caos. Mi riferisco, ad esempio, alle normative sul riuso degli imballaggi, che sono state rimandate al 2040, come pure quelle sulla decarbonizzazione o sull’elettrico. Questo nonsense normativo, che prima abroga, poi riabilita e poi rimanda, che sta creando una confusione che rende le aziende incapaci di scegliere su cosa investire. La conseguenza è il rallentamento economico a cui stiamo assistendo e che sta mettendo in crisi le aziende che producono qui da noi, sul territorio.

Concludendo, si sottolinea l'importanza di promuovere indirizzi politici da parte delle istituzioni comunitarie che stimolino la crescita e gli investimenti, semplifichino le procedure fiscali e introducano normative coerenti per la tassazione delle imprese a livello transnazionale, ad esempio, inserendo nelle legislazioni nazionali regole identiche di determinazione delle basi imponibili per la tassazione dei gruppi aziendali.

Il futuro del Mercato Unico passa anche attraverso una maggiore armonizzazione fiscale, e Confindustria Vicenza è pienamente impegnata a supportare questo obiettivo per il benessere economico dell'Italia e dell'intera Unione Europea.

Contiamo lo siano anche i candidati a rappresentare l’Italia e il territorio nel prossimo Parlamento europeo. Sarà loro importantissimo compito difendere il lavoro, sostenendo tecnologie sostenibili al netto delle ideologie e delle discrasie, fiscali e non, che hanno caratterizzato l’operato della Commissione e del Parlamento uscenti.