28/03/2023

Decreto Flussi, Confindustria Vicenza: "Misura da rivedere. Click day non ha senso di esistere"

Il commento di Alberto Favero, vicepresidente di Confindustria Vicenza con delega alle Relazioni Industriali.

“È evidente che quella del click day è una modalità che non ha più ragione di esistere. Una lotteria che niente ha a che fare col merito e niente ha a che fare con il fabbisogno del Paese, delle aziende e i diritti delle persone.

Le domande che triplicano o quadruplicano i posti del decreto flussi, poi, non sono neanche lontanamente indicativi del reale fabbisogno perché tantissimi datori di lavoro si sono sottratti alla logica da lotteria del click day. E mi riferisco in particolar modo all’industria, che avrebbe da offrire anche lavori non stagionali perché il fabbisogno è grande e continuo.

Il punto è che i flussi, così come sono strutturati oggi, vanno azzerati e rivisti tout court.

Nei numeri, che non vanno fissati a prescindere. Anzi, che non vanno proprio fissati. Si parta dalle richieste di lavoro: quali posizioni, dove, con quali competenze, per quanto tempo. Questi sono alcuni dei parametri che, qualora rispettati, devono permettere alle persone di arrivare legalmente in Italia. Tutto l'anno.

E anche il metodo va rivisto: deve essere rapido, chiaro, concordato col mondo del lavoro. Se aspettiamo che nei Paesi di partenza ci siano i centri di formazione professionale e le scuole di italiano (obiettivi sicuramente da perseguire con serietà nel medio termine), non si farà mai niente per cambiare la situazione. La formazione si faccia qui, anche sul campo, con una precedenza e particolare attenzione alla sicurezza, ovviamente.

Inoltre, già oggi, sono presenti nel Paese persone che godono di protezione internazionale che potrebbero essere formate, con l’obiettivo di dar loro la possibilità di acquisite competenze (compreso l’italiano), lavorare stabilmente ed essere sottratti al rischio di ricadere nel lavoro nero o essere sfruttati dalla criminalità.

Il tutto, ovviamente, va armonizzato con l’insieme delle politiche del lavoro, delle ad oggi insufficienti politiche attive e di riorganizzazione dei centri per l’impiego, i quali, ahinoi, così come sono strutturati ora non riescono a svolgere un ruolo importante in questa partita. In questo senso credo debbano essere coinvolte anche le agenzie del lavoro private.

C'è da mettersi al tavolo e rendersi conto che il mondo del passato è finito e non tornerà. Servono soluzioni nuove e in tempi brevi. La carenza di talune figure e la denatalità estrema sono fenomeni in corso da quasi un decennio ormai, non certo dalla pandemia.

Abbiamo visto qualche apertura dalla Ministra Calderone e questo ci fa ben sperare. Ora però bisogna metter fine a pregiudizi e battibecchi, su questi temi si può trovare ampia convergenza sia nel Governo che in Parlamento che, soprattutto, nel mondo del lavoro. Però è il momento di farlo. Entro metà 2023 non può non esserci un nuovo piano”.