L’ORIZZONTE EUROPEO - Il saluto del presidente ha aperto una serie di riflessioni che hanno visto coinvolti diversi soggetti di alto livello istituzionale e politico. Ha iniziato Monica Maggioni, direttrice di Rainews24, con l’intervista all’onorevole Antonio Tajani, Vice Presidente della Commissione Europea e dal 2009 Commissario europeo per l'Industria e l'Imprenditoria, provocando il deputato su quanto la politica è pronta a fare subito, prima che le imprese italiane “muoiano sane” solo per aver rispettato l’austerità fiscale. Nuova strategia europea sull’acciaio, dopo ben 25 anni di stasi, ha spiegato Tajani, un fatto importantissimo perchè “porterà ordine, chiarezza e competitività alle nostre imprese”. Incalzato dalla giornalista, Tajani ha elencato anche altre azioni che la politica dovrebbe fare a breve: sbloccare maggiori risorse per i pagamenti in arretrato della Pubblica Amministrazione, “i 40 miliardi di oggi non bastano”, “internazionalizzare di più le nostre imprese, elaborare piani di aiuto al settore delle auto e della cantieristica navale, realizzare erasmus anche per i lavoratori, affinché crescano in competenza girando per i paesi dell’Europa”. Una precisazione sul ruolo dell‘Euro: “Forse attualmente è una moneta troppo forte per le nostre esportazioni, ma certamente l’uscita da esso non gioverebbe a nessuno. Quello che serve davvero a tutti noi – ha concluso – è certamente più Europa e non meno Europa”.
ZIGLIOTTO A TUTTO CAMPO - Ma gli applausi della platea più frequenti e più convinti li ha ricevuti il presidente Zigliotto, rispondendo alle domande del direttore de Il Giornale di Vicenza Ario Gervasutti. Ad un anno dal suo insediamento, Zigliotto ha confessato la sua “amarezza e dispiacere” di aver visto “tante, troppe, aziende chiudere e troppe persone perdere il lavoro”. “Non pensavo di vivere un anno così difficile, ma sono anche contento di aver conosciuto e scoperto nuovi amici e colleghi molto in gamba”. Le richieste di Confindustria sono ormai diventate quasi un mantra, ripetute a tutti i livelli e ad ogni occasione: “Semplificazione normativa e burocratica, riforma della giustizia civile, riaprire i canali di credito delle banche, un piano industriale stabile, a lungo termine, detassare il lavoro e le imprese”.
Temi che lo stesso presidente nazionale, Giorgio Squinzi, salito sul palco poco dopo per il dibattito con il vice ministro allo Sviluppo economico Carlo Calenda, il sindaco di Verona Flavio Tosi e quello di Vicenza Achille Variati, ha ripreso e sottolineato. Zigliotto è tornato sul tema dell’Europa chiedendo una presa di posizione “più forte” dei nostri politici ai tavoli di confronto e di decisione. “Noi crediamo nell’Europa – ha precisato – ma anche lei deve credere nell’Italia”, altrimenti è come una ”matrigna”, che non agisce con equità verso tutti i suoi figli ma fa preferenze con alcuni. Il presidente vicentino ha confessato con onestà e schiettezza anche gli errori commessi dagli industriali: troppe aziende piccole, poca trasparenza nel bilancio, poca capitalizzazione d’impresa, poca ricerca, poca internazionalizzazione. Ma una forte critica è stata fatta alla Pubblica Amministrazione, incapace di cambiare e migliorare, per diventare “più efficiente”. Un bel segnale positivo, ha detto Zigliotto, è “il lavoro che stiamo facendo con i sindacati” per agire maggiormente coordinati per il bene delle aziende. Perché “senza imprese la vita del paese muore”.
L’INDUSTRIA A CONFRONTO CON LA POLITICA - Un bilancio, quindi , a tinte chiaro-scure, quello delineato dall’imprenditore Zigliotto, tanto lavoro da fare ma anche tanta voglia di “lavorare per le imprese e con gli imprenditori”.
Per questo non bisogna perdere tempo, ha detto nel suo intervento Squinzi. Dopo la “terapia d’urto” lanciata a livello nazionale, adesso occorre la seconda fase “la riforma del paese”.
I messaggi, forti e chiari, sono stati lanciati. Lo stesso sindaco variati ha promesso di impegnarsi “a non fare nulla che danneggi l’impresa” e il leghista Tosi ha confessato la “incapacità della classe politica di aver dato risposte giuste ai bisogni della gente e dell’industria”. Solo un avvicinamento e un’interazione delle diverse voci, come ha dichiarato in conclusione Squinzi, dovuto in questi tempi a causa della grave crisi, potrà portare a dei risultati significativi per il nostro paese.