L’Ordine degli Avvocati di Vicenza chiede il fallimento del Tribunale. Lo fa con un'istanza depositata nella giornata di venerdì 7 marzo presso lo stesso Tribunale. Una provocazione eclatante – il Tribunale chiamato a censurarsi e a decidere sulla sua stessa sorte – e un atto di per sé privo di valenza giuridica, ma un passo che sta già facendo parlare di sé, considerato l'articolo di Gian Antonio Stella apparso sulla prima pagina del Corriere della Sera, lo stesso giorno del ricorso.
“E’ un gesto che serve per far comprendere quanto sia grave la situazione nel foro vicentino, ingiustamente privo di giudici, personale e mezzi”, spiega il presidente dell'Ordine degli Avvocati, Fabio Mantovani. E a far capire quanto sia sentito il problema ed esasperante la lentezza della giustizia in provincia, sono arrivate le adesioni all'iniziativa da parte di Confindustria, Confartigianato, Confcommercio, dei sindacati (CGIL, CISL e UIL), dell'Ordine dei consulenti del lavoro, dei notai, dei dottori commercialisti ed esperti contabili provincia. Ha dato il suo appoggio anche il Comune di Vicenza.
EMERGENZA ASSOLUTA. “Il numero dei magistrati di sta paurosamente assottigliando – avverte Mantovani -. Questo sia perché i magistrati già addetti all'ex Tribunale di Bassano avevano utilizzato le opportunità concesse dai provvedimenti relativi alla geografia giudiziaria per lasciare quella sede, sia per le repentine richieste di trasferimento, inoltrate e accettate, da altri magistrati. Tra qualche mese, dunque, i teorici 36 magistrati in organico, 27 a Vicenza e 9 a Bassano, saranno 21”.
L’insufficienza del personale è un fattore congenito che, secondo Mantovani, sta diventando irreversibile.
“Le condizioni di dissesto si sono aggravate nel tempo, nonostante l’impegno dei magistrati e del personale amministrativo, il cui numero è andato gravemente diminuendo anche per mancanza del necessario turn-over”.
Ma l'istanza dell'Ordine degli Avvocati non si ferma alle carenze di organico e denuncia anche i mega-ritardi nella definizione dei procedimenti pendenti, con rinvii di udienza che, nelle cause civili ordinarie, giungono persino ai cinque anni, specialmente per le udienze di precisazione delle conclusioni. “Una situazione altrettanto grave si verifica abitualmente per le cause assoggettate al rito del lavoro e locatizio, dove pure il procedimentale voluto dal legislatore è improntato alla concentrazione ed alla celerità”.
Una situazione da emergenza assoluta, in definitiva, come confermano anche le statistiche, che collocano il Tribunale di Vicenza al penultimo posto in Italia nel rapporto tra il numero degli abitanti e il numero di magistrati e addetti alle cancellerie. “E la situazione tenderà ad avvitarsi sempre più – rincara il presidente degli Avvocati vicentini -, perché oggi nessun magistrato vuole, né vorrà più, venire a Vicenza per affrontare carichi di lavoro pesantissimi e destinati a ulteriore inevitabile aggravio”.
C'è poi da tener conto delle difficile situazione in cui si trovano le cancellerie e gli altri uffici giudiziari: l’accesso alle cancellerie è diventato difficoltoso ed estenuante per le lunghe code di utenti che si registrano fin dal primo mattino, a causa della carenza di personale amministrativo e dell’enorme arretrato di procedimenti in trattazione e in decisione.
“L'avvocatura vicentina chiede perciò che giunga al Consiglio Superiore della Magistratura e al ministro non soltanto un segnale forte di consapevolezza del disagio che si sta sopportando, quanto soprattutto provvedimenti immediati e concreti: magistrati e personale adeguati a una realtà di sicuro rispetto e di prestigio. Fino a oggi abbiamo avuto soltanto parole e promesse inattuate”.
ZIGLIOTTO: “NULLA DEVE RESTARE INTENTATO”. A questa denuncia e a queste richieste si associa il presidente di Confindustria Vicenza, Giuseppe Zigliotto, che ha fatto sentire in più occasioni – da ultimo un paio di settimane fa - la voce delle imprese vicentine intorno al problema della lentezza della giustizia in provincia.
“Abbiamo aderito all'iniziativa degli avvocati perché pensiamo che non debba restare nulla di intentato di fronte a una situazione così grave – commenta -. Questa iniziativa, pur senza una valenza giuridica, può contribuire a mantenere alta l'attenzione su un problema che rischia di minare l'equilibrio dei rapporti tra cittadini e imprese, pilastro fondamentale sul quale poggia un'ordinata convivenza civile ed economica della società. Di fronte alle difficoltà in cui si dibatte la giustizia vicentina e all'insensibilità dimostrata dalle istituzioni centrali, è necessario svolgere ogni possibile iniziativa per coinvolgere intorno al problema i più alti livelli politici e istituzionali”.
“E’ un gesto che serve per far comprendere quanto sia grave la situazione nel foro vicentino, ingiustamente privo di giudici, personale e mezzi”, spiega il presidente dell'Ordine degli Avvocati, Fabio Mantovani. E a far capire quanto sia sentito il problema ed esasperante la lentezza della giustizia in provincia, sono arrivate le adesioni all'iniziativa da parte di Confindustria, Confartigianato, Confcommercio, dei sindacati (CGIL, CISL e UIL), dell'Ordine dei consulenti del lavoro, dei notai, dei dottori commercialisti ed esperti contabili provincia. Ha dato il suo appoggio anche il Comune di Vicenza.
EMERGENZA ASSOLUTA. “Il numero dei magistrati di sta paurosamente assottigliando – avverte Mantovani -. Questo sia perché i magistrati già addetti all'ex Tribunale di Bassano avevano utilizzato le opportunità concesse dai provvedimenti relativi alla geografia giudiziaria per lasciare quella sede, sia per le repentine richieste di trasferimento, inoltrate e accettate, da altri magistrati. Tra qualche mese, dunque, i teorici 36 magistrati in organico, 27 a Vicenza e 9 a Bassano, saranno 21”.
L’insufficienza del personale è un fattore congenito che, secondo Mantovani, sta diventando irreversibile.
“Le condizioni di dissesto si sono aggravate nel tempo, nonostante l’impegno dei magistrati e del personale amministrativo, il cui numero è andato gravemente diminuendo anche per mancanza del necessario turn-over”.
Ma l'istanza dell'Ordine degli Avvocati non si ferma alle carenze di organico e denuncia anche i mega-ritardi nella definizione dei procedimenti pendenti, con rinvii di udienza che, nelle cause civili ordinarie, giungono persino ai cinque anni, specialmente per le udienze di precisazione delle conclusioni. “Una situazione altrettanto grave si verifica abitualmente per le cause assoggettate al rito del lavoro e locatizio, dove pure il procedimentale voluto dal legislatore è improntato alla concentrazione ed alla celerità”.
Una situazione da emergenza assoluta, in definitiva, come confermano anche le statistiche, che collocano il Tribunale di Vicenza al penultimo posto in Italia nel rapporto tra il numero degli abitanti e il numero di magistrati e addetti alle cancellerie. “E la situazione tenderà ad avvitarsi sempre più – rincara il presidente degli Avvocati vicentini -, perché oggi nessun magistrato vuole, né vorrà più, venire a Vicenza per affrontare carichi di lavoro pesantissimi e destinati a ulteriore inevitabile aggravio”.
C'è poi da tener conto delle difficile situazione in cui si trovano le cancellerie e gli altri uffici giudiziari: l’accesso alle cancellerie è diventato difficoltoso ed estenuante per le lunghe code di utenti che si registrano fin dal primo mattino, a causa della carenza di personale amministrativo e dell’enorme arretrato di procedimenti in trattazione e in decisione.
“L'avvocatura vicentina chiede perciò che giunga al Consiglio Superiore della Magistratura e al ministro non soltanto un segnale forte di consapevolezza del disagio che si sta sopportando, quanto soprattutto provvedimenti immediati e concreti: magistrati e personale adeguati a una realtà di sicuro rispetto e di prestigio. Fino a oggi abbiamo avuto soltanto parole e promesse inattuate”.
ZIGLIOTTO: “NULLA DEVE RESTARE INTENTATO”. A questa denuncia e a queste richieste si associa il presidente di Confindustria Vicenza, Giuseppe Zigliotto, che ha fatto sentire in più occasioni – da ultimo un paio di settimane fa - la voce delle imprese vicentine intorno al problema della lentezza della giustizia in provincia.
“Abbiamo aderito all'iniziativa degli avvocati perché pensiamo che non debba restare nulla di intentato di fronte a una situazione così grave – commenta -. Questa iniziativa, pur senza una valenza giuridica, può contribuire a mantenere alta l'attenzione su un problema che rischia di minare l'equilibrio dei rapporti tra cittadini e imprese, pilastro fondamentale sul quale poggia un'ordinata convivenza civile ed economica della società. Di fronte alle difficoltà in cui si dibatte la giustizia vicentina e all'insensibilità dimostrata dalle istituzioni centrali, è necessario svolgere ogni possibile iniziativa per coinvolgere intorno al problema i più alti livelli politici e istituzionali”.