01/02/2017

Il Bacino di Caldogno tra prevenzione e archeologia

Tecnologia idraulica e storia del territorio nel libro “Archeologia, storia, idraulica: l’area del bacino di laminazione di Caldogno”.

di Maurizio Mascarin

Nasce dall’incrocio della moderna tecnologia idraulica con gli elementi più “nascosti” della storia, il volume “Archeologia, storia, idraulica: l’area del bacino di laminazione di Caldogno”, realizzato anche grazie al sostegno della Sezione Costruttori edili e Impianti di Confindustria Vicenza. Scritto a più mani “con un linguaggio volutamente divulgativo e alla portata di tutti”, il libro – presentato nella Sala Civica di Caldogno – racconta la nascita del grande invaso artificiale (3,8 milioni di metri cubi) di Caldogno, per non dimenticare la devastante alluvione di Ognissanti del 2010 e per comprendere la storia di un territorio “vivo e dinamico fin dai tempi più remoti”. Il volume sviluppa con particolare attenzione “l’attività dello scavo archeologico effettuato all’interno del cantiere civile a seguito del rinvenimento, nell’ottobre 2014, di tracce e frammenti antichi”.

110 ETTARI, 3,8 MILIONI DI METRI CUBI D'ACQUA
Dopo due anni e mezzo di lavori il bacino di laminazione di Caldogno adesso c’è e rassicura dalle eventuali piene fluviali gran parte del Vicentino. Alcuni dati: il bacino si estende su 110 ettari di superficie (110 campi da calcio, per intenderci) ed è pronto ad accogliere nell’invaso fino a 3 milioni 800.000 metri cubi d’acqua. Costato 41 milioni (ne erano previsti 46), l’opera fa parte del piano regionale sulle opere idrauliche, che prevede uno stanziamento complessivo di 2 miliardi 700 milioni di euro. “Siamo di fronte ad una opera a zero impatto ambientale, tutte le componenti di ingegneria civile sono state incastonate per non disturbare il paesaggio . Anche di questo ne siamo fieri – ha sottolineato l’ing. Mascia Gaino a nome anche delle 55 ditte che hanno contribuito alla realizzazione dell’opera”. Un milione e mezzo di metri cubi di terreno scavato, 34 migliaia di metri cubi di calcestruzzo utilizzati: oggi l’invaso di Caldogno si pone quale infrastruttura cardine nel caso delle emergenze fluviali: da solo può infatti diminuire di circa il 70% l’attuale frequenza degli allagamenti lungo l’asta del Bacchiglione fino a Vicenza. Un dato, quello dei tecnici, quantomeno rassicurante.

DALL’INGEGNERE ALL’ARCHEOLOGO
Ma il cantiere di Caldogno, come è stato ricordato e scritto nel libro, a un certo punto cambia narrazione. Succede l’imprevisto, l’imprevedibile. “Tutto nasce da un evento imprevisto che risale all’ottobre 2014 – ha detto Cinzia Rossignoli, direttore scientifico dello scavo archeologico di Caldogno -. In un’area ben circoscritta del cantiere, durante un sopralluogo sono individuate delle tracce prodotte da attività umane, che a una nostra prima analisi sembrano databili all’età romana; da quel momento l’area di circa 8000 mq viene interdetta e si dà il via allo scavo archeologico vero e proprio. Le sorprese non mancano. Vengono dapprima alla luce manufatti di epoca preistorica, dopodiché si giunge all’individuazione di una serie di significative tracce di età romana”. Oltre a una centuriazione e a una strada romana, gli archeologi giungono all’individuazione di un’unità produttiva. “Si tratta di una grande fornace con l’officina per la fabbricazione di laterizi - ha spiegato Rossignoli – . Ciò conferma come qui, già in età romana, venissero prodotti manufatti in argilla e laterizi da costruzione. Materiali che, ieri come oggi, rappresentano la vocazione produttiva di quest’area”.

UN'OPERA PER LA SICUREZZA DEL TERRITORIO
“Grazie alla realizzazione di questo enorme invaso, l’area di Caldogno ha acquistato una funzione ancora più importante a servizio e tutela delle persone, garantendo quella tranquillità che non abbiamo avuto per anni – ha affermato il presidente della Sezione Costruttori edili e Impianti di Confindustria Vicenza, Antonio Vescovi –. Come rappresentante del mondo produttivo in questi anni abbiamo cercato di mantenere sempre alta l’attenzione sul rischio idraulico. Questa pubblicazione che ha il merito di raccontare quanto di buono è stato fatto in materia di prevenzione idraulica nel nostro territorio”. Costruendo un bacino di laminazione, la comunità di Caldogno, e non solo, ha aggiunto alla sua storia ulteriori elementi di conoscenza. Un concetto sottolineato dal presidente del Consiglio regionale del Veneto, Roberto Ciambetti: “Siamo di fronte a un’opera idraulica importante e necessaria, un vero e proprio fulcro per la sicurezza del territorio, per la quale sono state impegnate competenze e professionalità di prim’ordine”.

Il libro è distribuito gratuitamente a tutti gli alunni delle scuole medie di Caldogno, Villaverla e Isola Vicentina, cioè l’area in cui ricade il bacino di laminazione del torrente Timonchio.