30/11/2022

Industria vicentina: crescita della produzione in costante diminuzione

La Presidente di Confindustria Vicenza Laura Dalla Vecchia commenta la legge di bilancio alla luce degli ultimi dati dell’economia vicentina.

“I numeri dei mesi estivi sono ancora positivi, per certi versi anche sorprendentemente con crescita a due cifre sull’export extra UE; ma per fare le dovute considerazioni, i numeri vanno visti nel loro complesso e purtroppo si vede benissimo come da 15 mesi a questa parte la crescita della produzione industriale sia in costante diminuzione. Il trend che si prospetta per il prossimo futuro è chiaramente negativo. Chiaro è anche il fatto che terremo duro, ma siamo vicini ad arrivare alla crescita zero e quindi c’è bisogno di agire a livello di Sistema Paese. Lo diciamo con coscienza di causa perché, come imprenditori, siamo abituati a interpretare il futuro basandoci su fatti oltremodo concreti: le proiezioni degli ordini e gli accordi pluriennali. I decisori istituzionali, invece, spesso non si rendono conto di quanto i nostri allarmi possano essere attendibili e che ciò che portiamo all’attenzione pubblica si basa sulle reali previsioni di crescita, o decrescita, che il mercato ci trasmette. Questa volta però non possono far finta di non vedere cosa ci attende”, la presidente di Confindustria Vicenza Laura Dalla Vecchia commenta con pragmatico realismo i dati dell’indagine congiunturale degli Industriali berici relativa al terzo trimestre 2022.

Con questa dinamica che prospetta un 2023 in decrescita – aggiunge -, pur comprendendo come il nuovo Governo sia in carica da poche settimane e con l’emergenza energia da affrontare, preoccupa davvero come la legge di bilancio sia totalmente priva di una visione industriale del paese. Anche solo accennata. Non c’è nulla sull’istruzione, non c’è nulla su ricerca e sviluppo, non c’è nulla su un possibile risollevamento di industria 4.0, che fu affossata dal Conte I e mai più portata al regime che merita lo sviluppo tecnologico del secondo paese manifatturiero d’Europa. Ma non ci sono nemmeno altri programmi che servano ad innalzare il valore aggiunto dell’Italia. Anche il taglio del cuneo fiscale, tema su cui sono sempre tutti d’accordo ma che nessuno poi mette in atto fino in fondo, ha visto uno stanziamento minimale. Per dare uno stipendio in più a chi percepisce meno di 35.000 euro l’anno, Confindustria ha chiesto al governo di impegnare 16 miliardi. Contando che nel 2022 la spesa pubblica si misura in 1029 miliardi, credo si tratti di un impegno oltremodo sostenibile, basta che ci sia una volontà e una visione politica. Francamente spero che il Parlamento, a partire dai rappresentanti veneti in Senato e alla Camera, possano intervenire in questo senso”.

 

PRODUZIONE

La 157^ indagine congiunturale condotta da Confindustria Vicenza e rileva un aumento della produzione del 3,9% rispetto al 3° trimestre 2021.

Nonostante le criticità emerse a partire dal 2021, che sono state inasprite dall’invasione russa dell’Ucraina (con le conseguenti difficoltà di approvvigionamento, i rincari nei prezzi delle materie prime, l’aumento dei prezzi dell’energia), la performance dell’economia vicentina si è dimostrata ancora una volta resiliente all’incertezza globale. Tuttavia, la crescita dei livelli produttivi è in rallentamento se messa a confronto con i trimestri precedenti.

E infatti diminuisce la quota di imprenditori che dichiara aumenti della produzione (42%), a fronte del 26% che evidenzia invece cali produttivi (nel II° trimestre 2022 il 54% delle aziende dichiarava aumenti, mentre il 17% dichiarava cali produttivi).

Il saldo di opinione, in calo, è così pari a +16 (+37 nel 2° trimestre 2022).

Non sorprende quindi che aumenti il numero di aziende che denuncia un livello produttivo insoddisfacente30% del totale (26% nel precedente trimestre, 21% un anno fa).

 

MERCATI

Su base congiunturale, gli ordini sia sul mercato interno sia quelli provenienti dall’estero, sono ancora in espansione, anche se con un’intensità minore se paragonata al medesimo periodo d’indagine del 2021.

Per quanto riguarda il mercato interno, il fatturato segna un +5,3% rispetto al 3° trimestre dell’anno scorso.

Segno positivo registrato anche dalle esportazioni con un +5,1% per l’export UE e un +10,3% l’export extra UE.

 

ORDINI

La consistenza del portafoglio ordini rimane stabile per il 31%, aumenta per il 38% mentre diminuisce per il 31% delle aziende (saldo, in calo, pari a +7, contro il +26 del trimestre precedente).

Il periodo di lavoro assicurato supera i tre mesi nel 28% dei casi.

 

LIQUIDITÀ E INCASSI

Aumenta leggermente la percentuale di aziende che denuncia tensioni di liquidità (16%, rispetto al 13% del 2° trimestre 2022) e risulta in aumento la percentuale di imprese che lamenta ritardi negli incassi (18% contro l’11% del trimestre precedente).

 

PREZZI

Si conferma molto difficile e carica di preoccupazione la situazione dei prezzi e degli approvvigionamenti delle materie prime.

Anche nel 3° trimestre 2022 i prezzi delle materie prime sono decisamente aumentati (+24,5%) e l’incremento ha toccato l’86% delle aziende.

L’80% delle aziende è riuscita ad intervenire sui prezzi di vendita dei prodotti finiti, con un incremento medio del +12,7%.

 

OCCUPAZIONE

Nel trimestre luglio-settembre 2022 l’occupazione rimane pressoché invariata (registra un lievissimo incremento pari a +0,35%).

Il 57% delle aziende dichiara di aver mantenuto inalterato il proprio livello occupazionale, il 26% l’ha aumentato, mentre il 17% ha ridotto la propria forza lavoro.