Nei primi quattro mesi del 2025 il bilancio del mercato del lavoro in Veneto risulta positivo per +40.300 posti di lavoro dipendente, un risultato inferiore rispetto a quello dello scorso anno (+45.500) nonostante il buon andamento del mese di aprile (+19.300), che ha beneficiato del posticipo dell’avvio della stagione turistica rispetto allo scorso anno. Sono questi i principali dati diffusi da Veneto Lavoro ne "La Bussola" riferita ad aprile 2025. Nell’ultimo mese, infatti, le assunzioni sono cresciute del +20% nel settore dei servizi turistici e del +3% complessivamente, con un aumento particolarmente significativo per i contratti a tempo determinato (+16.000 posizioni lavorative nell’arco del mese e +7% delle attivazioni contrattuali) dovuto proprio alla stagionalità che caratterizza il periodo.
Rallenta invece la crescita dei contratti a tempo indeterminato, il cui saldo nel 2025 rimane comunque superiore a quello dello scorso anno, così come si conferma negativa la tendenza dei contratti di apprendistato. In crescita invece il lavoro somministrato, che tra gennaio e marzo ha fatto registrare 2.000 posizioni di lavoro in più e un totale di 29.800 missioni attivate presso aziende venete (+3% rispetto al 2024).
Il calo della domanda di lavoro osservato nei primi quattro mesi dell’anno (-3%) ha interessato in modo particolare le donne (-6%), i lavoratori di cittadinanza italiana (-6%) e quelli di età compresa tra i 30 e i 54 anni (-6%), mentre tra lavoratori stranieri e over 55 si è registrato un incremento delle assunzioni rispettivamente del +4% e +2%.
A livello territoriale, l’andamento del mercato del lavoro è positivo ma in ridimensionamento in tutte le province, soprattutto a Venezia, Vicenza e Padova, dove si registra anche il calo più marcato della domanda di lavoro nell’anno in corso. Belluno registra invece un saldo negativo e peggiore rispetto a quello del 2024. Ad aprile Venezia e Verona si distinguono per un saldo mensile più favorevole rispetto allo scorso anno grazie all’avvio della stagione turistica.
Il bilancio occupazionale si mantiene comunque positivo per tutti i tre marco-settori: l’agricoltura fa segnare ad aprile un bilancio mensile meno favorevole di quello dell’anno precedente che contribuisce alla flessione del saldo 2025 (+4.900) rispetto a quello del 2024 (+6.100). L’industria resta su livelli analoghi a quelli dello scorso anno (+6.800) ma lontani dai risultati particolarmente elevati fatti registrare nel 2023 (+8.500), mentre i servizi beneficiano dell’inizio della stagione turistica sebbene si mantengano su livelli di crescita inferiori a quelli dello scorso anno, con +28.600 posizioni lavorative da inizio anno a fronte delle +32.300 del periodo gennaio-aprile 2024.
Per quanto riguarda nello specifico il comparto industriale, si fanno più evidenti i segnali di flessione o di vera e propria contrazione che caratterizzano alcuni comparti. Nel metalmeccanico il saldo del mese è di poco positivo ma fortemente ridimensionato rispetto ai risultati incoraggianti registrati nella prima parte dell’anno, mentre il made in italy risente sia dell’effetto di normalizzazione del trend di crescita particolarmente sostenuto osservato nel periodo post-pandemico, sia della flessione dell’attività produttiva registrata più di recente in alcuni comparti. I bilanci occupazionali del 2025 risultano generalmente inferiori allo scorso anno, con saldi negativi nell’industria tessile-abbigliamento e nell’occhialeria. In controtendenza con il resto del settore, l’industria calzaturiera e del legno-mobilio registrano saldi positivi in leggero aumento. Nell’edilizia saldo e assunzioni sono in linea con il 2024.
La complessiva contrazione della domanda di lavoro in ambito industriale e il conseguente ridimensionamento dei livelli di crescita risultano tuttavia intaccare solo in parte la componente più stabile dell’occupazione. L’elevato ricorso alla cassa integrazione, confermato dai dati sulle ore autorizzate nel primo trimestre 2025 diffusi a maggio, potrebbe infatti aver mitigato gli impatti nel mercato del lavoro delle difficoltà che, più in generale, stanno interessando il settore, soprattutto nel comparto metalmeccanico.
Permane sullo sfondo un quadro economico contraddistinto da elevata incertezza e nel quale continuano a pesare gli effetti delle tensioni geopolitiche e commerciali. I dati di aprile sembrano tuttavia evidenziare, per il momento, un impatto limitato degli annunci dei dazi sulle aspettative delle imprese industriali europee, mentre l’indebolimento dei consumi induce a un peggioramento dei giudizi da parte delle imprese del settore dei servizi.