21/11/2023

Il prolungamento della stagione estiva determina la tenuta dei livelli occupazionali

Il mercato del lavoro in Veneto nel mese di ottobre, la Bussola di Veneto Lavoro.

Nell'edizione di novembre de La Bussola di Veneto Lavoro si rileva come il prolungamento della stagione estiva incide sull’andamento del mercato del lavoro veneto, che anche nel mese di ottobre mostra una sostanziale tenuta delle assunzioni (50.800) e un saldo che, seppure negativo per 17.800 posti di lavoro in meno, è migliore rispetto a quello degli anni precedenti.

Il bilancio occupazionale del 2023 rimane tuttavia positivo (+57.200 posizioni lavorative) e superiore a quello registrato negli ultimi anni e anche l’ammontare delle assunzioni del periodo gennaio-ottobre è il più alto dell’ultimo quinquennio (546.000), con una crescita più sostenuta per i giovani under 30 e i lavoratori over 55. Aumentano però le assunzioni a part time, poco più di 175.000 dall’inizio dell’anno (32% del totale) e 18.900 nel mese di ottobre (37%). Nell’ultimo mese l’incidenza delle attivazioni a tempo parziale raggiunge punte del 57% per le donne. Si attenua invece il fenomeno delle dimissioni, che pesano attualmente per il 25% sul totale delle cessazioni di rapporti di lavoro e che rispetto a ottobre 2022 mostrano un calo del 7%.

Grazie soprattutto alla contrazione delle cessazioni, a conferma di una graduale riduzione della mobilità complessiva del mercato del lavoro, i contratti a tempo indeterminato continuano a crescere: +35.200 nell’anno e +5.200 a ottobre. Anche il bilancio del tempo determinato è superiore nell’anno ai livelli del 2022, mentre nel mese di ottobre il saldo tipicamente negativo del periodo per il concentrarsi delle conclusioni contrattuali al termine del periodo estivo è pari a -22.300 posti di lavoro, ma complice il prolungamento della stagionalità turistica, si tratta comunque di un risultato migliore rispetto a quello dell’anno scorso. Rimane negativa invece la dinamica dell’apprendistato, sia su base annua che mensile, seppure, in parte, anche per un aumento delle conferme a tempo indeterminato dei rapporti in essere (+7% a ottobre).

Il bilancio del 2023 è positivo e superiore a quello dello scorso anno in quasi tutte le province del Veneto, con l’unica eccezione di Belluno dove si registra un saldo negativo per 2.100 posizioni di lavoro in meno e dove pesano, come sempre in questo momento dell’anno, le conclusioni contrattuali di fine stagione estiva. I territori di Verona Venezia continuano a contraddistinguersi sia per il maggior incremento occupazionale rispetto all’anno precedente (rispettivamente +20.900 e +15.300 posti di lavoro dipendente), sia per un rafforzamento della domanda di lavoro (rispettivamente +1,3% e +4,8%), mentre Treviso mostra una contrazione delle assunzioni rispetto ai volumi particolarmente elevati dell’anno precedente (-5%) ma comunque livelli superiori a quelli del 2019 e del 2021. A ottobre, sempre a causa dell’effetto che ha la stagionalità sui singoli territori, Padova Vicenza sono le uniche province a mostrare un saldo positivo.

Dal punto di vista settoriale, si conferma particolarmente positivo l’andamento del terziario, soprattutto nel turismo e nel commercio, in crescita sia in termini di posti di lavoro che di assunzioni complessive. Segnali di flessione si intravedono nella logistica, nei servizi informatici e nelle attività immobiliari. Seppure ancora in terreno positivo, l’industria si mostra invece in significativo ridimensionamento rispetto allo scorso anno, con una crescita di posti di lavoro (+15.000) inferiore sia rispetto al 2022 (+20.300) che al periodo pre-Covid nel 2019 (+17.800) e un calo delle assunzioni del 4,4%. Fanno eccezione solo pochi comparti, tra cui industria alimentare e industria farmaceutica, mentre un rallentamento importante della crescita occupazionale si registra nel metalmeccanico, nella chimica-plastica e nella carta-stampa. Saldo positivo per il settore primario, che nell’anno guadagna 11.300 posti di lavoro dipendente.

Gli ingressi in condizione di disoccupazione nel periodo gennaio-ottobre 2023 sono stati complessivamente 114.700, in linea con lo stesso periodo dell’anno precedente, con lievi aumenti soprattutto per gli uomini, gli stranieri e gli over 55. In calo gli inoccupati.