05/07/2022

La siccità di giovani laureati e diplomati sta arrivando

Il calo delle nascite causa la riduzione di persone in uscita da scuola e università. Senza nuovi immigrati la diminuzione di giovani è già scritta.

Di seguito l'introduzione alla nota numero 7 del 2022 della Fondazione Nord Est che è possibile scaricare in forma integrale a questo link.


Nota a cura di Silvia Oliva, Fondazione Nord Est.

Dal 2008 nell’Italia intera, nel Nord-ovest e nel Nord-est è iniziato a contrarsi il numero delle nascite. Fino a quell’anno il Paese aveva potuto contare su un numero crescente di donne – figlie del baby boom e immigrate con comportamenti riproduttivi più elevati rispetto alle italiane - che aveva mantenuto positiva la dinamica delle nascite.

La contrazione successiva è destinata a ripercuotersi sulla composizione futura della popolazione italiana per classi di età e sul numero di nuovi diplomati e laureati disponibili per il Sistema Paese, già oggi insufficienti a soddisfare le richieste del sistema economico e sociale.

Utilizzando le sole nascite, e tralasciando i dati sui flussi migratori che portano una quota alta di giovani italiani, anche dal Nord- ovest e dal Nord-est, a trasferirsi all’estero, è possibile ricostruire una stima del numero dei diplomati e dei laureati presenti nei diversi territori nei prossimi anni.

In tutto il Paese e nelle ripartizioni settentrionali, il numero dei diplomati nelle classi di età tra i 20-24 anni sarà in aumento calante fino al 2031, quando inizierà a diminuire. E si può stimare che nel 2041 ci saranno, rispetto al 2021, saranno 314mila diplomati in meno in Italia, -46mila nel Nord-ovest e -25mila nel Nord-est.

Per quanto riguarda i laureati nella classe 25-29 anni, saranno in crescita fino al 2036 (l’onda delle nascite si manifesta cinque anni dopo), per poi iniziare a diminuire e nel 2041, rispetto al 2021, si conteranno in Italia 65mila laureati in meno, nel Nord- ovest ancora 17mila in più e nel Nord-est 25mila in più (ma -19mila rispetto al 2036).

Per migliorare questo quadro è indispensabile un mix di politiche che diminuisca i flussi di italiani verso l’estero, aumenti l’attrattività dell’Italia per i giovani stranieri dai paesi avanzati, faccia crescere il livello di partecipazione e successo ai percorsi di formazione secondaria e terziaria e supportino la natalità, anche attraverso un lavoro più stabile e di qualità.