La storia dell’Industria Marmi Vicentini, questo l’originario nome di Margraf, inizia il 18 marzo 1906, in provincia di Vicenza, con lo sfruttamento delle cave di Chiampo e delle Prealpi Venete. Dopo 110 anni in continua espansione, l’azienda è diventata uno dei simboli dell’eccellenza del “made in Italy” nel mondo.
Fin dalle sue origini, la Marmi Vicentini si è distinta soprattutto per due fattori che ancora oggi la caratterizzano: la forte innovazione tecnologica, in tutti i processi produttivi, dall’estrazione alla lavorazione del marmo, e la collaborazione costante con prestigiosi architetti di fama internazionale.
Margraf comincia l’espansione internazionale già nel 1936, sotto la guida dell’imprenditore Gaetano Marzotto, fornendo i propri pregiati marmi per le più importanti opere architettoniche dell’epoca come, ad esempio, la Stazione Centrale di Milano, il Mausoleo del Báb ad Haifa, la sede della British American Tabacco di Ginevra, la Canadian Bank of Commerce a Vancouver, la Gare du Nord a Bruxelles e il Palazzo Piazza dell’Opera di Vienna.
Negli anni 80, l’Industria Marmi Vicentini diventa Margraf SpA e nel 1999 raggiunge lo status organizzativo attuale, grazie alla lungimiranza degli imprenditori vicentini Silvio Xompero, con i fratelli Raffaele e Sergio e Franco Masello. Gli anni successivi sono caratterizzati da un’ulteriore forte espansione internazionale che ha portato alla realizzazione di alcune tra le opere architettoniche più significative del secolo: la House of Worship di New Delhi, il primo e il nuovo Word Financial Center di New York, il nuovo aeroporto di Pechino (progettato da Norman Foster), il Coca Cola Building di Atlanta e l’IBM Tower in Georgia.
Ultimo in ordine di tempo, il nuovo concept restaurant londinese The Pharmacy 2, situato all’interno della Newport Street Gallery, a Vauxhall, nato dall’ estro del celebre artista britannico Damien Hirst, e dello chef-imprenditore Mark Hix. In questo progetto Margraf è stata selezionata, dallo Studio Caruso St John Architects, per la realizzazione di un originale pavimento: una superficie bianca in marmo resina, intarsiata con 21 pillole di grandi dimensioni, intagliate da macchinari waterjet di ultima generazione, rifinite a mano, e realizzate utilizzando 35 tipologie di marmi pregiati dai colori accesi (verde, rosso, giallo, azzurro, rosa, blu…). Uno spettacolare connubio tra artigianalità e tecnologia.
Fin dalle sue origini, la Marmi Vicentini si è distinta soprattutto per due fattori che ancora oggi la caratterizzano: la forte innovazione tecnologica, in tutti i processi produttivi, dall’estrazione alla lavorazione del marmo, e la collaborazione costante con prestigiosi architetti di fama internazionale.
Margraf comincia l’espansione internazionale già nel 1936, sotto la guida dell’imprenditore Gaetano Marzotto, fornendo i propri pregiati marmi per le più importanti opere architettoniche dell’epoca come, ad esempio, la Stazione Centrale di Milano, il Mausoleo del Báb ad Haifa, la sede della British American Tabacco di Ginevra, la Canadian Bank of Commerce a Vancouver, la Gare du Nord a Bruxelles e il Palazzo Piazza dell’Opera di Vienna.
Negli anni 80, l’Industria Marmi Vicentini diventa Margraf SpA e nel 1999 raggiunge lo status organizzativo attuale, grazie alla lungimiranza degli imprenditori vicentini Silvio Xompero, con i fratelli Raffaele e Sergio e Franco Masello. Gli anni successivi sono caratterizzati da un’ulteriore forte espansione internazionale che ha portato alla realizzazione di alcune tra le opere architettoniche più significative del secolo: la House of Worship di New Delhi, il primo e il nuovo Word Financial Center di New York, il nuovo aeroporto di Pechino (progettato da Norman Foster), il Coca Cola Building di Atlanta e l’IBM Tower in Georgia.
Ultimo in ordine di tempo, il nuovo concept restaurant londinese The Pharmacy 2, situato all’interno della Newport Street Gallery, a Vauxhall, nato dall’ estro del celebre artista britannico Damien Hirst, e dello chef-imprenditore Mark Hix. In questo progetto Margraf è stata selezionata, dallo Studio Caruso St John Architects, per la realizzazione di un originale pavimento: una superficie bianca in marmo resina, intarsiata con 21 pillole di grandi dimensioni, intagliate da macchinari waterjet di ultima generazione, rifinite a mano, e realizzate utilizzando 35 tipologie di marmi pregiati dai colori accesi (verde, rosso, giallo, azzurro, rosa, blu…). Uno spettacolare connubio tra artigianalità e tecnologia.