25/11/2021

"Agire su possibilità delle donne di non dipendere da nessuno, anche da punto di vista del lavoro"

L'appello a istituzioni e società civile della VP Lara Bisin per la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne.

La “Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne”, giunta al suo ventiduesimo anno, è purtroppo più attuale che mai.
Se all’epoca della sua istituzione si trattava di un’emergenza, oggi, gli strascichi di una pandemia a suo modo storica e gli sconvolgimenti geopolitici in atto, hanno ben peggiorato le cose.

Perché la violenza ha tante origini, ma non prescinde mai dal ruolo sociale che le persone, le donne in questo specifico caso, hanno nella cultura condivisa dei paesi in cui vivono.

Il ritorno dei talebani in Afghanistan ce l’ha fatto riscoprire in tutta la sua drammaticità.
Ci ha fatto riscoprire anche tutta l’incapacità dei paesi cosiddetti avanzati di fare, o purtroppo anche di “voler fare”, qualcosa in proposito. Sia a Kabul sia negli altri paesi del mondo in cui le donne sono trattate come delle proprietà, anche a livello legislativo oltre che di cultura condivisa.

La donna vista come una proprietà, seppur con accenti diversi, è anche l’origine delle violenze in Italia. Anche questo fa parte della nostra coscienza collettiva.
Alla base di tutto è infatti la mancanza di libertà  a rendere le persone oggetto di violenza, vittime che non si possono difendere.

Ed è quindi in primis sulla libertà che bisogna lavorare. Ovvero sulla possibilità delle donne di non dipendere da nessuno, anche da un punto di vista economico, del lavoro.
Specialmente sapendo che i dati mostrano come i carnefici siano spesso mariti, compagni, padri che esercitano il “potere economico” su coloro che, ad essi, sono legate.

Con una pandemia che ha colpito in primis le donne e i giovani (e ancor di più le giovani donne), una via è sicuramente quella di permettere alle donne di poter davvero avere accesso paritario al lavoro e alla carriera.
Lo dico da imprenditrice: con un patto sociale tra imprese, sindacati, istituzioni e società civile questa cosa si può fare! Basta volerlo fare.

La giornata di oggi non deve essere una cornice buona per uno slogan o per le mere buone intenzioni come, purtroppo, a volte lo sono anche le leggi a difesa delle potenziali vittime.
Di questi giorni è il dramma di Juana Cecilia Hazana Loayza, uccisa da un uomo che aveva già denunciato, che era già stato arrestato. Ma questo non l’ha salvata.

Dal legislatore e dalla società deve esserci la parte di attuazione, continua e coerente. Significa fondi, significa certezza del diritto, significa persone competenti che possano dare attuazione ai progetti di prevenzione e protezione e di lavoro.
Significa anche informazione e comunicazione: non esistono delitti d’amore:i delitti sono delitti.

Ma tutto questo è nulla senza una cultura condivisa. Per cui continuiamo giustamente a ricordare il 25 novembre, continui l’attenzione sui drammi vicini e lontani, ma oltre al doveroso ricordo e attenzione, serve l’azione: da parte di ognuno di noi, a costruzione di una nuova cultura condivisa di libertà, e dalle istituzioni che ci rappresentano tutti.