23/12/2014

Cappellieri: "Il Museo del Gioiello di Vicenza racconta storia e bellezza"

In Basilica Palladiana esposti oltre 400 gioielli nel museo diretto da Alba Cappellieri.

E' stato inaugurato in Basilica Palladiana il Museo del Gioiello, un'iniziativa voluta dalla Fiera di Vicenza, in collaborazione con il Comune. Il Museo, unico in Italia, progettato da Patricia Urquiola, espone circa 400 preziosi su un percorso tematico che si sviluppa lungo nove sale. Nell’attuale esposizione, secondo un’ottica innovativa che non privilegia il percorso cronologico, si passa dalla preistoria all’avvenire su un itinerario che dalla magia transita attraverso la funzione e la bellezza, quindi l’arte e la moda, poi il design e l’iconografia per toccare il futuro. Il fine è un attento dialogo dei gioielli in esposizione con il gioiello architettonico della Basilica, secondo finalità e valori posti dagli artisti. Una corrispondenza dinamica, che si rinnova, nel programma, con una cadenza biennale per i curatori e gli ornamenti delle sale espositive.
La rassegna attuale è curata da nove esperti internazionali: Aldo Bakker, Gijs Bakker, Bianca Cappello, Franco Cologni, Deanna Farneti Cera, Graziella Folchini Grassetto, Stefano Papi, Maura Picciau e Paolo Maria Guarrera, Alfonsina Russo e Ida Caruso.
Ne parliamo con Alba Cappellieri, direttrice del Museo, presidente del corso di laurea in Design della ModaFashion Design Degree al Politecnico di Milano.

Vicenza, città “d’archi e di colonne” palladiane, trova un ulteriore timbro, fin dal Trecento, nella grande attività orafa: è la città dell’oro, gemellata con la città tedesca di Pforzheim. Il Museo del Gioiello, “un’eccellenza nel mondo” atteso da molto tempo, legittima la storia orafa della città e la dilata nella contemporaneità...
“L’oro è un dono della natura, il gioiello è un manufatto dell’uomo. La dicitura “città dell’oro” si riferisce non alla materia aurea ma alla preziosità del gioiello, ed è stata coniata in anni in cui il gioiello era identificato con l’oro. A partire dagli anni Sessanta del Novecento le avanguardie olandesi e anglosassoni hanno poi violato la preziosità dei materiali introducendo l’immaterialità del concetto ed è nato il gioiello contemporaneo. Oggi il panorama si è arricchito di nuove visioni e nuovi valori e la contemporaneità orafa è fondata sulla compresenza di valori diversi, dove la nobiltà dei metalli e delle gemme non è più condizione necessaria e sufficiente a sancire il valore di un oggetto e a rendere esaustiva, se non a livello lessicale, la differenza tra un gioiello e un non gioiello.
Il Museo accoglie le visioni multiple della contemporaneità, presentando 9 micromondi che definiscono i principali ambiti del gioiello: la magia, il simbolo, la funzione, la bellezza, l’arte, la moda, il design, le icone, il futuro. E’ un viaggio nel tempo e nelle culture, dalle fibule etrusche del IV secolo avanti Cristo al 3d printing, dalla corona Sassoon alle fibbie Tuareg, 400 gioielli che raccontano la bellezza e la varietà del gioiello”.

Quali sono le caratteristiche di un prezioso per definirsi gioiello?
“Dipende da cosa intendiamo per preziosità, quali parametri e quali valori adottiamo. La preziosità è un concetto individuale che può essere definito dai materiali, dalle gemme, dalle idee, dai sentimenti. Per me è prezioso il gioiello che mi ha regalato mio marito, per un gemmologo lo è una pietra di caratura importante e per una mia studentessa la preziosità è data dal concetto che c’è dietro.
Detto questo, il mio punto di vista è che la preziosità deve esprimere una qualità: materiale se legata a metalli o gemme preziose o concettuale se legata all’immaterialità del progetto. Per questa ragione nel museo il visitatore potrà ammirare gioielli preziosissimi per materiali come quelli del simbolo, ma anche testimoni di concetti come quelli della sala dell’arte o del design o anche legati allo stile come quelli della moda o agli usi come quelli della funzione. Vale la pena visitare il museo perché è uno spazio molto bello, ma soprattutto perché presenta al visitatore punti di vista molto eterogenei, informando, educando, incuriosendo”.

La ricerca stilistica del gioiello attuale riflette la varietà degli stili culturali del presente? Esistono dei motivi dominanti?
“Il gioiello è una delle più compiute espressioni del suo tempo. Nelle sue forme esso racchiude il gusto, lo stile, in una parola lo Zeitgeist, lo spirito del Tempo. Ci sono certamente dei motivi dominanti, due in particolare: la natura e la geometria, principi guida di tutte le arti. L’Art Nouveau, per esempio è stata dominata dall’organicismo della natura, così come l’Art Deco lo è stata dal rigore della geometria. I corsi e ricorsi della storia sono ben cristallizzati anche nel gioiello”.

Accanto agli orefici famosi i gioielli d’autore portano al nome di architetti, artisti e design. Entra qualche personalità anche del territorio vicentino?
“Abbiamo dei meravigliosi gioielli made in Veneto che ben rappresentano il territorio. Credo tuttavia che il valore territoriale del museo non stia nei gioielli vicentini che ne farebbero un museo di storia locale, ma nell’essere ubicato a Vicenza, in un luogo iconico come la Basilica Palladiana, con le collezioni che guardano al mondo, includendolo”.

Tra sofisticati ornamenti di qualche decennio fa e certe attuali "eccentricità", può darci qualche indicazione per la scelta di un vero gioiello?
“Un vero gioiello è quello capace di narrare una storia di bellezza, qualità, pensiero. A ciascuno la sua storia”.