24/11/2020

"Mai più": il servizio di ascolto e sostegno per le donne vittime di violenza

OTB Foundation rafforza il suo impegno verso questa problematica sociale, ai tempi del Covid-19.

A pochi giorni dalla Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne, OTB Foundation, da sempre attenta al mondo femminile e alle problematiche ad esso connesse, racconta gli sviluppi di Mai Più, il servizio di emergenza dedicato alle donne in difficoltà e attivo sul territorio da due anni e mezzo.

Il progetto - reso possibile grazie all’importante collaborazione con lAssociazione casa di pronta accoglienza Sichem onlus, che tramite il centro antiviolenza e la casa rifugio accoglie donne e madri vittime di violenza fisica o psicologica - nasce come servizio di ascolto grazie alla creazione di un numero telefonico dedicato, che le donne in difficoltà possono contattare 24 ore al giorno, 7 giorni su 7. Viene inoltre offerta assistenza legale e psicologica, a coloro che cercano conforto, che vogliono conoscere i propri diritti o invocare tutela e protezione.

I dati ISTAT relativi alla violenza sulle donne riportano che, nella fascia di età compresa tra i 16 e i 70 anni, 1 donna su 3 in Italia ha subìto nel corso della propria vita una qualche forma di violenza fisica o psicologica. Le forme più gravi di violenza sono esercitate da partner, parenti o amici. Oltre alla violenza fisica o sessuale, le donne con un partner subiscono anche violenza psicologica ed economica, cioè comportamenti di umiliazione, svalorizzazione, controllo ed intimidazione, nonché di privazione o limitazione nell’accesso alle proprie disponibilità economiche o della famiglia.

“Abbiamo creato questo servizio per rispondere a una specifica esigenza del nostro territorio, esplicitata dalla drammaticità dei dati raccolti in materia di violenza domestica - commenta Arianna Alessi, Vicepresidente di OTB Foundation - La peculiarità di Mai Più è l’offerta di assistenza psicologica e legale, grazie al coinvolgimento di professionisti del settore che voglio ringraziare fortemente perché intervengono in modo urgente e mirato in aiuto alle donne in conclamata situazione di difficoltà”.

Le donne vengono sostenute in modo continuativo, con percorsi personalizzati che si protraggono nei mesi in caso di necessità. Da maggio 2018 ad oggi, il progetto Mai Più ha sostenuto 121 donne, di diversa età, provenienza sociale e comune di residenza; rimane molto alto il numero di beneficiarie di nazionalità italiana. Di queste, 71 hanno usufruito dei nostri percorsi di sostegno, sono ancora molte le donne che hanno deciso di fermarsi agli incontri e ai colloqui telefonici, perché titubanti e indecise.

L’arrivo della pandemia ha peggiorato la situazione. I dati mostrano che dall’inizio dell’emergenza Covid-19 gli episodi di violenza contro donne e ragazze, in particolare di violenza domestica, si sono intensificati. I numeri dell’ONU parlano chiaro, mentre gli ordini di soggiorno a casa si espandono per contenere la diffusione del virus, le donne con partner violenti si trovano sempre più isolate dalle altre persone e da possibili fonti di aiuto.

Solo nel 2020, le donne che hanno usufruito del progetto Mai Più sono state 43, di cui 26 nuove beneficiarie, di età compresa tra i 20 anni e i 59 anni, con una percentuale consistente compresa tra i 35 e i 50 anni. La maggioranza di loro proviene dal Bassanese e dai comuni limitrofi, la restante parte proviene dall’Altopiano di Asiago (dove è presente la sede del centro antiviolenza), dalle province di Padova e Verona. Oltre la metà delle beneficiarie sono di nazionalità italiana. 27 di esse hanno figli e questo è un dato davvero sconcertante perché implica 51 minori potenziali vittime di violenza assistita. Per 14 donne sono stati attivati percorsi di sostegno psicologico, mentre sono 9 le beneficiarie che stanno usufruendo della consulenza legale.

Da qualche mese il progetto Mai Più si è potenziato con l’attivazione dei tirocini formativi grazie al fondamentale coinvolgimento di Women For Freedom onlus, una giovane organizzazione che da 6 anni è a fianco delle donne, delle ragazze e delle bambine in Italia e in diversi paesi del mondo. Aziende amiche del territorio hanno offerto ad alcune delle beneficiarie del progetto, tirocini di re-inserimento lavorativo sostenuti da OTB Foundation. Women For Freedom, in collaborazione con Casa Sichem, ha identificato le opportunità formative più adatte per le beneficiarie che erano pronte a tornare nel mondo del lavoro. “E’ stato fatto un lavoro molto attendo di selezione sia delle beneficiarie che delle aziende ospitanti. Perché il tirocinio potesse funzionare abbiamo tenuto in considerazione tutti gli aspetti della vita delle donne come ad esempio le difficoltà linguistiche, la possibilità di spostamento, le loro attitudini, etc… Le donne con questa opportunità sono potute uscire dai loro schemi, inserirsi in una squadra di lavoro, fare amicizie, riacquisire autostima e serenità, anche questi piccoli passi, sono importanti se si pensa a cosa hanno subito queste donne. Abbiamo constatato che, sia un paese impoverito che in Italia, il denominatore comune è lo stesso: se una donna non ha indipendenza economica può troppo facilmente essere oggetto di umiliazioni e sfruttamento.” Spiega Davide Parise, co-fondatore di Women For Freedom.

“Con il supporto psicologico, l’idonea tutela legale e una prima indipendenza economica, riusciamo a restituire alla donna la dignità e la forza per reagire - continua Arianna Alessi -. Da quando abbiamo inserito la possibilità dei tirocini formativi il progetto ha assunto un ulteriore elemento di concretezza, alcune delle beneficiarie hanno l’opportunità di intraprendere un’esperienza professionale che può trasformarsi anche in un’assunzione vera e propria.”

Le donne che sono state selezionate per queste esperienze professionali sono di età compresa tra i 20 e i 50 anni. Ad oggi sono stati attivati 14 tirocini lavorativi, dei quali 4 ancora in corso mentre uno si è concluso con un’assunzione a tempo indeterminato, per un totale di 48 mesi di borse lavoro.

“L’intento è anche quello di dare un contributo concreto ai soggetti istituzionali preposti, e rafforzare la rete antiviolenza già esistente. Vogliamo sostenere le forze dell’ordine e le strutture sanitarie locali specialmente in questo particolare momento storico, causato dall’emergenza, che vede un peggioramento dei dati legati alla violenza”, ha concluso Arianna Alessi.