26/07/2021

Ruota palladiana - ITINERARIO / 6 Da Breganze a Zugliano. Con allungo optional a Marostica

Bregonze, saliscendi gioiosi. Sesto itinerario della rubrica dedicata agli itinerari cicloturistici curata da Maurizio Mascarin.

BiciCartolina. Ci si inoltra in paesaggi dal carattere pedemontano: si va sulle strade del Torcolato, il vino degli dei; ci si confronta con i saliscendi delle Bregonze, tondeggianti e radiose colline ben coltivate che non disdegnano tratti boschivi segnati da radiosi sentieri naturalistici.

Da queste parti non si passa di corsa, stiamo entrando infatti in una terra generosa che va assaggiata in tutte le sue buone cose (il piatto di Pipione toresàn, piccione selvatico; il superbo vino Torcolato) e osservata con cura fin nei dettagli bucolici offerti dai suoi pendii collinari.

Avendo come riferimento la sagoma spilungona del campanile della chiesa di Santa Maria Assunta (con i suoi 90 metri di altezza il 3° più alto campanile del Veneto), raggiungiamo Breganze, una ventina di chilometri a nord di Vicenza. 

Breganze del buon vin, del ricco prete”, la definiva già nel Seicento il Dottori. Una nomea, questa, sempre più consacrata nel tempo.

Spaziando tra ville signorili e corti agricole si entra in un’elegante atmosfera en plein air che coniuga pezzi di civiltà rurale e angoli architettonici che ricordano la stagione di Breganze ai tempi della Serenissima Repubblica di Venezia. Un’influenza mai sopita, questa, che si manifesta anche nello spirito gioioso e ospitale dei breganzesi.  Un buon vespaiolo, da queste parti, non si nega a nessuno. E nemmeno una partita a scopa con gli amici. Siamo in una terra fertile e attrattiva, che si racconta e si fa raccontare per quello che mette generosamente in mostra (a tavola) ma anche per quel fascino di mistero che a volte pare nascondere. Anche da qui si capisce perché le Bregonze abbiano stimolato i pensieri di scrittori e poeti, da Guido Piovene ad Alvise Zorzi, da Giovanni Comisso a Neri Pozza.

A ricordarci come Breganze non sia solo ottimi vini doc e cucina della tradizione (torresani, giovani piccioni cotti allo spiedo), ecco il museo dell’Antico maglio “a testa d’asino”, che attraverso il suo macchinario richiama alla memoria alcuni dei vecchi mestieri di un tempo e, per analogia, la vocazione industriale di questa zona: qui a Breganze ha la sua sede un brand mondiale del jeans, la Diesel. E sempre qui è nata la mitica moto Laverda, un oggetto del desiderio di molti centauri di fine Novecento che, nonostante la fine della fabbrica, continua ad avere molti estimatori.

Ma noi siamo in bici e ora ci attendono i saliscendi, a volte impegnativi, che ci proiettano prima a Fara e poi a Salcedo, dove una sosta per osservare le cime delle Piccole Dolomiti è d’obbligo prima di   raggiungere Lugo e le sue due perle palladiane: villa Malinverni e villa Piovene. Lasciamo alle spalle un percorso che fonde cose belle da vedere e cose buone da gustare. Cosa volete di più? Noi ci fermiamo qui per un assaggio enogastronomico al quale non vogliamo rinunciare. Marostica, se volete, è comunque a portata di mano.

Andata&Ritorno. È graziosa. Si fa coccolare. Non si può lasciare Breganze senza averla osservata da vicino. D’obbligo quindi una visita alla chiesa di San Giacomo, di Santo Stefano, a villa Chiericati Scaroni, quest’ultima particolarmente affascinante per il suo intonaco rosso e la torre grigiastra che richiama opere pittoriche “materiche” contemporanee. Attraverso strade secondarie asfaltate, mai troppo trafficate, si pedala verso San Giorgio in Perlena, nota per la sua banda musicale fondata nel lontano 1909 e il suono delle sue campane, per approdare negli aerei spazi collinari di Fara (antica chiesa di S.S. Felice e Fortunato, XV sec.; parrocchiale di San Bartolomeo, 1148) e di Salcedo (398 metri di altitudine), dai quali si dominano le cime delle Piccole Dolomiti (il Cornetto, il Pasubio ecc.).

Si scende di dislivello avendo come meta Lugo Vicentino (203 m.), dove si affacciano due grandi motivi palladiani: Villa Malinverni e Villa Piovene.

La Malinverni, riconosciuta come la prima opera del Palladio, conserva nelle logge del corpo di destra affreschi di Gualtiero Padovano e dello Zelotti. Attribuito a Palladio è invece il progetto di Villa Piovene a Lonedo di Lugo, che fu poi costruita nel 1587, cioè dopo la scomparsa dell’Architetto. L’ingresso inferiore e la scalinata che porta in villa sono aggiunte del Settecento eseguite da Francesco Muttoni. 

Lasciato Lugo si procede scendendo in direzione Zugliano (villa Giusti Suman, della metà del Seicento), primo capolinea del nostro itinerario. Siamo nelle Bregonse.  tra “fiori salbeghi e ciciolare de osèi”, come dice il poeta; tra castagni, acacie, cassie e altre meraviglie, come dice il nostro block notes.  

È il momento di ritornare a Breganze percorrendo a ritroso il medesimo itinerario. Se ancora c’è gamba e fiato, una volta giunti a Breganze si può fare un allungo per la strada panoramica “delle ciliegie” che conduce a Mason (l’antica “mansio” si trovava lungo la Pista dei Veneti); da qui, ancora pochi chilometri e ci si trova nella celebre Piazza degli Scacchi di Marostica.

ITINERARIO. Breganze (Piazza centrale, Chiesa di Santa Maria Assunta) – San Giorgio in Perlena– Salcedo –Fara – Lugo Vicentino – Zugliano (andata). Ritorno per il medesimo percorso fino a Breganze. Itinerario aggiuntivo: Breganze – Mason – Marostica. Ritorno a Breganze.

CARATTERISTICHE. Percorso piuttosto impegnativo nei tratti a saliscendi di Fara e Salcedo. Per il resto è di agile pedalata, anche se le salite e le discese impongono particolare attenzione e una discreta gamba.

TOTALE Km 38

Da Vicenza a Breganze km 21

CicloPensiero. “Dove ogni luogo, ogni persona, ogni cosa è una lunga storia, se non la chiudi dentro la valigia”. Cit.

LE VILLE. Villa Diedo Basso, Villa Godi Valmarana Malinverni, Villa Piovene Porto Godi, Villa Giusti del Giardino, Villa Angaran delle Stelle Cattaneo.

Villa Diedo Basso (Breganze).  Opera di architetto veneziano del tardo Seicento. All'interno affreschi del 1687 attribuiti ad artista ignoto di scuola veneziana. Notevole la pittura raffigurante l'arsenale di Venezia. La villa ha subito ampliamenti nel 1878. Parco, giardino e cappella del Settecento.

Villa Giusti del Giardino (Zugliano). Costruita nel '600 su un preesistente edificio del '400. Numerosi affreschi attributi allo Zelotti, a Palma il Giovane e ad Antonio Vassillacchi detto l'Aliense.

Villa Godi Valmarana Malinverni (Lugo). È una delle prime opere del Palladio e risale al 1540. Si notano influenze dell'architetto veronese Michele Sanmicheli. Austera ma originale, presenta il settore centrale rientrante e leggermente più alto sui due fianchi. Cicli di affreschi di Gualtiero Padovano, Battista Moro, Giambattista Zelotti. Giardini pensili all'italiana adorni di statue. Oggi ospita una galleria di pittori dell'800 e un museo fossile.

Villa Pìovene Porto Godi (Lugo). Edificio di impronta palladiana. Una lunga scalinata fiancheggiata da statue conduce al corpo centrale dal superbo cancello settecentesco. Di Francesco Muttoni (1740) sono gli ariosi portici laterali e la scala a doppia rampa del pronao classico. Chiesetta di San Girolamo del 1496; parco romantico dell'architetto Antonio Piovene con grotte naturali. Parco e giardino.

Villa Angaran delle Stelle Cattaneo (Mason). Costruita nel ‘700, si presenta con una grandiosa facciata scandita da 10 lesene ioniche. Recenti affreschi hanno svilito l'originale bellezza.

OMNIBUS

Torresàn di Breganze. Ai primi del Novecento il piccione selvatico è stato oggetto di contesa tra il comune vicentino e il comune padovano di Torreglia. Alla fine i giudici hanno sentenziato che ambedue avevano le credenziali per proporre il torresàn. Va detto che il tipico torresàn di Breganze è quello allo spiedo cucinato su focolare a legna. Si abbina alla polenta e vino Torcolato.

Torresàn e letteratura. Sul torresàn di Breganze hanno scritto nobili righe Guido Piovene, Alvise Zorzi, Giovanni Comisso, Neri Pozza.

Prima del Torcolato. È la festa che si tiene a Breganze in piazza Mazzini la terza domenica di gennaio. Celebra, con la sfilata della Magnifica Fraglia del Torcolato, la prima spremitura delle uve vespaiole appassite. Raccolte a settembre, poi asciugate per 4 mesi, le raffinate uve vengono finalmente spremute per trasformarsi in pregiato nettare di vino.

L’alto campanile di Breganze. L’11 marzo 1883 crollò sulla chiesa l’originario campanile della parrocchiale di Breganze. Nei due anni successivi fu ricostruita la chiesa, mentre la ricostruzione della torre campanaria, che si deve al progetto del veneziano Antonio Diedo, avvenne parecchi anni dopo. Con i suoi 90 metri il campanile di Breganze è il 3° campanile più alto del Veneto, il 14mo in Italia. Da lassù la vista sulle Piccole Dolomiti è un’altra cosa.

Strada del Torcolato. Inserito nei percorsi enogastronomici del Veneto, parte da Thiene (villa Da Porto Colleoni) e prosegue a est verso Lonedo di Lugo (villa Godi Malinverni, villa Piovene); siamo a pochi chilometri da Breganze, capitale riconosciuta del Torcolato. Poca strada e si giunge a Montecchio Precalcino; quindi a Sandrigo, patria del Baccalà alla vicentina. Transitati per Mason, terra famosa per le sue ciliegie, si giunge nella medioevale città di Marostica. Da qui a Bassano, con il suo Ponte degli Alpini e i palazzi del raffinato centro storico, la corsa è breve.



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