03/08/2021

Ruota palladiana - ITINERARIO / 7 Da Isola a San Tomio e Malo: la strada di Sotto il Monte

Casa Meneghello, sulle tracce di Pomo Pero. Settimo itinerario della rubrica dedicata agli itinerari cicloturistici curata da Maurizio Mascarin.

BiciCartolina. Sulle tracce dei ricordi letterari di Luigi Meneghello (1922-2007), ma anche dentro lo scenario naturalistico e archeologico della Strada di Sotto il monte (di sotto alla collina denominata monte Palazzo): in un’unica regia, un percorso small che evoca un grande scrittore maladense di fama internazionale e che ti regala al contempo, con pedalate spensierate e leggere, il piacere agreste e mutevole della natura: da un lato la campagna di pianura, con le sue case coloniche, i fienili, le bestie e le stalle; dall’altro quella più ispida e selvaggia dei pendii boschivi, dei cocuzzoli a forma d’uovo che s’intrecciano con “le terre di dentro”.

Contrade, casali e barchesse che non passano inosservati; sagome di gelsi, vitigni e tant’altro che ti sollecitano ad un quieto ascolto della natura a tratti fiabesca di questi luoghi (“E dolce dono d’udire”, Holderlin) .

Come il timido borgo antico di San Tomio, che si raggiunge costeggiando le lunghe mura di cinta di villa Checozzi- Carli Dalle Rive fino a piazza “Generale Bassetto”, dove l’originale cuspide seicentesca del campanile, ancor più che la chiesa parrocchialeattenta custode di una Pala di San Tommaso di Girolamo Maganza, fa da premurosa sentinella a tutto e a tutti.

Da lì eccoci al barco di villa Ghellini che, con i suoi tratti ancora austeri, ci ricorda il passato della nobile civiltà rurale; un paio di chilometri e, biciclettando tra rustici di sasso e pietra in costa al bosco di monte Palazzo, ci si trova davanti al popolare ponte detto “de le Galine”, naturale spartiacque tra chi è autoctono di San Tomio e chi è foresto di Malo.

Dal paese che diede le origini al pittore del Novecento vicentino Gueri da Santomio ad un illustre letterato e accademico di Malo di fama internazionale: il fine scrittore di Libera nos a Malo, di Pomo Pero, de L’acqua di Malo, Luigi Meneghello. Dal centro di Malo, che vale la pena girare lentamente passeggiando con la bici per mano, alcune segnaletiche ( ma soprattutto google map) ci informano che da qui si può proseguire per altri itinerari, e ce ne sono tanti e per tutti i gusti . Ma noi, una volta giunti in piazza, scegliamo di salire sino alla chiesa santuario di Santa Libera per via Castello e di fermarci soddisfatti e contenti. La salita per Monte Pian, eventualmente, sarà per un’altra volta.

“In Castello si sale per due strade – scrive Luigi Meneghello in Libera nos a Malo una stretta a zig zag, sullo spigolo che guarda in Prà, l’altra più ampia, ripida e dritta fiancheggiata dai platani”. La prima è ricoperta di giaron, la seconda con i gradoni. Con la nostra bicicletta, ovvio, la strada per salire al Castello è una ed una sola. Per il resto, fate un po’ voi.

Andata&Ritorno. Un percorso di pochi e facili chilometri, come è giusto che sia quando l’uscita in bicicletta ha l’intento breve di una semplice passeggiata. La partenza è dal piazzale sottostante al santuario di Santa Maria del Cengio, a Isola (vedi anche itinerario 5). Qualche curva e, imboccando la Strada di Sotto ( asfaltata, ma pur sempre di campagna) con pedalata turistica ci si avvia verso San Tomio di Malo, avendo sullo sfondo le colline di Ignago e Torreselle. Godete di ciò che vi sta attorno, è gradevole.

La distanza tra dove siamo e il nostro prossimo primo punto d’arrivo è breve, meno di 2 chilometri. Dopo alcune curve, da fare sempre con estrema attenzione in quanto la carreggiata non è un granchè, vi troverete in un rettilineo delineato da antiche mura di cinta. Sono le mura del perimetro di villa Checozzi- Dalle Rive Carli, che ci preannunciano San Tomio di Malo.

Le costeggiamo e dopo un’ultima curva a gomito vi troverete davanti alla piazza del sagrato della parrocchiale intitolata al “Generale Valerio Bassetto”.

La piazza di San Tomio è un gradevole e silenzioso rettangolo, con la chiesa parrocchiale e il suo campanile del Seicento che padroneggiano fieramente. Lungo la vicina via Loghetto sono stati trovati vari reperti di culti precristiani: se alla bici alternate le camminate, partendo da San Tomio si possono prendere interessanti percorsi : il sentiero dei Capitelli ( km 10,5, interessante per affreschi murali, sacelli e chiesette); il sentiero degli Asini (km 6, dove si possono osservare le formazioni rocciose del Miocene); il sentiero delle Creste (Km 16). In alternativa, partendo dal bivio di via Loghetto, salendo lungo il viottolo denominato del Sasso moro, prende il via il giro panoramico del Monte Pian (km 11, natura collinare, murali, chiesetta di San Valentino).

Ricordando che San Tomio ha dato i natali a Bortolo Guerrino Gresele (1915 -1991), in arte Gueri da Santomio, (al tempo “il pittore di Vicenza”, avendone dipinto moltissimi angoli del centro storico), riprendiamo la nostra passeggiata in bicicletta in direzione del Barco Ghellini. Superato il cimitero (a destra), ci troviamo a percorrere la Strada di Sotto il monte Palazzo, un tratto asfaltato di neanche 3 chilometri che sta in costa al monte; già inserito nell’ itinerario storico-ambientale, monte Palazzo è un rilevante sito preistorico visitabile costeggiando la parete nord del Barco Ghellini. Andando oltre si giunge all’ingresso della Grotta del Bèco d’oro, che si fa risalire al periodo paleoveneto, e alla rinomata contrà Garbuiolo, che si distingue per la moltitudine di alberi di kako che in autunno regalano al passante un colpo d’occhio di colori sorprendente .

Ma riprendiamo il nostro itinerario sotto costa .

Si pedala sempre su strada asfaltata, anche se bisogna far attenzione ai dossi, ai tratti sconnessi; una curva a destra ci indica che siamo prossimi al Ponte de le Galine, sotto il quale scorre un indefinibile rivolo d’acqua che, per gli abitanti del luogo, chissà perché!, è una sorta di mito e di muro di confine (di qua San Tomio, di là Malo). 

Senza alcuna fatica, attraversando un tipico paesaggio rurale, siamo così giunti a Malo: le forme cittadine del bel centro (meritano un passaggio l’ ex filanda Corielli in via San Giovanni; villa Clementi, XIX secolo la chiesa di San Bernardino, oggi Sala consigliare; la Casa del cardinal De Lai) in un baleno si sostituiscono ai colori dei campi silvestri.

Dalla piazza centrale di Malo, ancora belli freschi, riprendiamo per l’unico vero sforzo atletico di questo percorso: l’ascesa alla chiesa Santuario di Santa Libera, che raggiungiamo per strada Castello (in alternativa, a piedi per le Stazioni della Via Crucis).

Sulla via del ritorno, ci accompagna un pensiero di Meneghello: ”Il senso della nostra esperienza non è qualcosa di separato, ma è l’esperienza stessa: purché, ovviamente, si riesca ad esprimerla, a comunicarla. Scrivere è una funzione del capire”.

ITINERARIO: Isola Vicentina (santuario di Santa Maria del Cengio), San Tomio di Malo, Malo, Santuario di Santa Libera (andata); poiché la soluzione “ad anello” attraverso la trafficata SP Pasubio è decisamente sconsigliata, vi proponiamo come strada di ritorno la medesima dell’andata (ritorno) .

CARATTERISTICHE: Percorso su strada asfaltata interamente pianeggiante, se si esclude l’ultimo tratto dell’ascesa alla chiesa Santuario di Santa Libera di Malo. Itinerario in aperta campagna che si allunga ai piedi del monte Palazzo. Una volta a Malo, si ritorna alla dimensione cittadina. Suggeriamo di visitare il centro abitato con la bici per mano o di depositarla nelle apposite rastrelliere.

TOTALE KM 14

Da Vicenza a Isola Vicentina 13

CicloPensiero. “Non cercate la via negli altri, in luoghi isolati. La via esiste sotto i nostri piedi. Adesso vado solo”. Tozan

LE VILLE: Villa Cerchiari, Villa Checozzi- Dalle Rive Carli, Barco Ghellini, Casa Marchesini, Corte dei Grendene, Villa Fabris e Oratorio della Concezione, Santuario di Santa Libera, Chiesa di San Bernardino.

Villa Cerchiari (Isola Vicentina).) Edificata nel 1772 su progetto di architetto ignoto; il salone centrale è deco­rato da pregevoli stucchi; le statue sono del Settecento, mentre le colonne del rustico sono tuscaniche. .

Villa Checozzi Dalle Rive Carli (San Tomio). Edificata tra il 1705 e il 1717 da Francesco Muttoni su preesistenti fondamenta del XVI sec., assieme alla chiesa attigua del ‘200 costituisce un vasto complesso architettonico del Settecento. La villa si presenta sulla piazza del paese con un’ alta mura di origine quattrocentesca e un grande portale che immette nella corte rurale. Interni affrescati; le statue simboliche della Scala d’onore sono attribuite a Giacomo Cassetti. Intrigante la misteriosa alcova. Il complesso si caratterizza anche per la sua alta colombara a 3 piani (torre di avvistamento) che dà sui campi interni e la lunga tesa che circonda l’ampia corte agricola.

Barco Ghellini (San Tomio). Sorge sul sito di un casale, unisce una casa- torre ad un palazzo del Cinquecento. Le arcate della loggia, in stile scamozziano, risalgono al 1620.

Casa Marchesini (Malo). Rinascimentale.

Corte dei Grendene (San Tomio). Palazzo di fine Seicento.

Complesso di Villa Fabris (San Tomio). Sorge in località Visan, sulle ceneri di un insediamento romano. I primi documenti risalgono al xv sec, allorché il nobile Francesco Branzo de’ Loschi fece scavare la roggia Branza. Nel Seicento l’edificio e la campagna passano nelle mani di Ortensio Zago, studioso di archeologia e architettura che, nel 1688, fece edificare l’oratorio dell’Immacolata Concezione; altare decorato da sculture del Marinali.

Santuario di Santa Libera (Malo). I documenti lo fanno risalire al sec. VII. Sul finire del 400 l’altare principale è stato modificato anche con la presenza della Statua in pietra con il Bimbo. Nel 1507 il centro religioso viene trasferito nella chiesa parrocchiale di San Benedetto, edificata presso l’attuale torre del Duomo; da allora l’edificio sacro è luogo di devozione a Maria. Le stazioni della via Crucis sono opera di G. Cremasco, 1952.

Chiesa di San Bernardino (Malo). Eretta nel 1456, all’interno conserva tracce di affreschi. Oggi è Sala consigliare.

Incompiuta Villa di Giuseppe Da Porto (Molina di Malo). La costruzione della villa progettata da Andrea Palladio fu interrotta nel 1542.

OMNIBUS

Luigi Meneghello. Malo, 1922-2007. Nel 1963 ha pubblicato Libera nos a Malo, considerato tra i capolavori del secondo Novecento italiano. E’ il racconto della vita provinciale e contadina vista con gli occhi di un bambino e filtrata dallo sguardo di un adulto. “Un gioco sul pentagramma dialettale”, scrisse allora il cantautore Francesco Guccini. 

Bortolo Guerrino Grendene. San Tomio, 1915-1991. In arte Gueri da Santomio, fu definito il pittore di Vicenza. Entrato all’ Accademia Brera di Milano nel ‘36, nel 1953 inaugurò a Vicenza la galleria d’arte “La Marguttiana”.

Il sito preistorico di Monte Palazzo (San Tomio) . A pochi passi dal Barco Ghellini, un tabellone didattico illustra il sito preistorico del Monte Palazzo. Si costeggia la parte nord del Barco e si prende un sentiero piuttosto ripido che immette sul versante orientale; lungo la salita si possono vedere le formazioni rocciose del Miocene, contrassegnate da ricci marini fossili. Poco oltre si raggiunge la Grotta del Béco d’oro (periodo paleoveneto) e, una volta arrivati sulla cima, si può osservare una cavità che, in base alle caratteristiche della sua forma, potrebbe essere stata un forno preistorico.

Il Carnevale di Malo. È una lunga storia, quella del Carnevale di Malo. Già nel 1867 la giunta comunale si era dotata di un assessore con l’incarico ufficiale “alle pubbliche costruzioni, censo e carnevale”. Come dire che in questa terra laboriosa, anche il divertimento – almeno per qualche settimana - era ( e rimane) di casa. Terminato l’Ottocento mascherato, dal 1924 è la società Pro Malo ad organizzare il concorso dei carri mascherati nelle fiere franche dell’Alto Vicentino. Radici profonde di un carnevale che si alimenta nel tempo grazie alle compagnie dei “carristi”; tocca a loro inventare, creare, far sfilare sui carri maschere e personaggi variopinti. Un lavoro per divertimento che inizia in autunno e che dopo tanto impegno termina con le attese sfilate del Carnevale maladense. Tra sogno e allegria, tra scherzi e sorrisi, la tradizione continua. Grazie anche al “Ciaci”, il re imperatore di cartapesta che di anno in anno fa da emblema a questa antica e festosa ricorrenza.



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Maurizio Mascarin

Maurizio Mascarin

Maurizio Mascarin per quasi quarant'anni ha svolto l'attività di giornalista per testate locali e nazionali, scrivendo prevalentemente su temi inerenti all'economia del Nordest. È stato tra i fondatori del settimanale Nuova Vicenza e direttore editoriale di un'agenzia di comunicazione rivolta alle Pmi del modello Veneto Anni Novanta. Tra le sue pubblicazioni: "Tangenti, 90 giorni che sconvolsero il Veneto", coautore; "Le aziende certificate del Veneto"; "La pietra paziente - storia del recupero del quartiere operaio Rossi di Piovene Rocchette ", coautore.