01/03/2023

Concia: "perla del Made in Italy" pronta alle sfide della trasformazione del settore

Barbara Mastrotto: “Nella tempesta perfetta ci facciamo forza con l’unione per valorizzare le qualità del primo distretto d’Europa”.

“Moda, motori, design: il profumo della pelle è qualcosa che ci parla della qualità e della raffinatezza di un prodotto. Siano essi capi d’abbigliamento o scarpe, interni o sedili di automobili o barche; poltrone o rivestimenti. Il prodotto-pelle è una delle più lucenti perle del Made in Italy nel mondo: racconta il saper fare italiano, racconta l’arte e la cultura di un territorio, racconta la capacità di sviluppare tecnologie e futuro. È davvero il materiale che unisce tutto il racconto del bel vivere italiano che il mondo ci invidia. E va difeso!”, Barbara Mastrotto non nasconde l’amore per la tradizione manifatturiera del distretto della valle del Chiampo in cui è da sempre immersa; ma nemmeno il periodo di grandi trasformazioni che il settore conciario sta attraversando.

La Vicepresidente di Confindustria Vicenza, che ha la delega a Sviluppo dei Territori e Progetti Speciali, racconta: “La concia è un patrimonio di conoscenza e lavoro su cui è cresciuto un intero territorio. Ha vissuto e vivrà tanti cambiamenti. Il mondo evolve, i mercati pure e richiedono nuovi e sempre migliori processi e prodotti. La concia del Vicentino, in questo senso, si è sempre fatta trovare pronta grazie all’inventiva e all’intraprendenza delle persone di queste nostre valli. Il know-how è qualcosa che non si compra, ma si coltiva con pazienza. E noi lo abbiamo fatto, riuscendo a diventare il più importante distretto conciario d’Europa”.

Ora però il distretto sta vivendo diverse difficoltà che, accavallandosi l’una con l’altra, rappresentano la nuova sfida da vincere per il settore: “Materie prime, costi dell’energia, filiere internazionali complicate da costi e covid, nuove legislazioni e standard ESG da implementare e mancanza di personale. Oltre all’inflazione. Se non è una tempesta perfetta, poco ci manca, per cui tenere alte le vele sui mercati internazionali è sempre più complesso. Soprattutto quando i competitor esteri hanno complicazioni minori, per fattori geografici e politici, rispetto alle imprese italiane”, aggiunge Mastrotto.

Certamente questo non ci ferma, anzi, dobbiamo lavorare non solo per eliminare le criticità, ma anche e soprattutto per valorizzare le qualità che ci hanno permesso di essere i primi in Europa e non solo. In questo senso, in Confindustria abbiamo l’opportunità di farci forza tramite la nostra unione. Lavorano insieme, infatti, i colossi leader di settore assieme alle tante realtà più piccole, ovvero gli straordinari terzisti e gli altri operatori della filiera: dai chimici, ai costruttori di macchine utensili per non parlare degli istituti scolastici che rappresentano il presente e il futuro del nostro know-how. Le qualità che abbiamo sono talmente importanti che non ho dubbio alcuno che torneremo a crescere e a far valere il nostro Made in Italy nel mondo”.



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