Con la rilevazione dello scorso marzo, Istat ha dichiarato che il surplus commerciale italiano con i paesi extra UE, sostenuto dal forte avanzo nell’interscambio di prodotti non energetici, è il più elevato da oltre trenta anni.
Confindustria Vicenza, rappresentante delle imprese della prima provincia italiana per export pro-capite, ha quindi calcolato l’indice dell’export delle industrie beriche verso i paesi oltre i confini dell’Unione Europea che, con il primo trimestre del 2023, ha raggiunto un picco record.
“Le nostre aziende associate, anche in questo primo trimestre dell’anno, stanno continuando ad andare bene sui mercati esteri – commenta Giovanni Dolcetta, Vicepresidente di Confindustria Vicenza con delega all’Internazionalizzazione -. Ma mentre sui mercati europei e su quello interno si vede un appiattimento della curva, sui mercati extra UE invece la crescita è ancora molto sostenuta”.
Fatto 100 l’export extra UE nel 2007, prima della caduta di Lehman Brothers e della conseguente crisi economica, l’indice delle esportazioni delle imprese vicentine di Confindustria Vicenza ha infatti toccato, con i dati relativi al primo trimestre 2023, quota 146,58.
“Si tratta praticamente di un incremento di quasi il 50% in 15 anni, nonostante di mezzo ci sia stata la crisi economica peggiore dal 1929 e la pandemia – commenta Dolcetta -. Una crescita molto importante se contiamo che, nel medesimo periodo, l’export comunitario, che certamente è solido e in espansione, è cresciuto di poco più del 30%; mentre il fatturato interno è cresciuto del 9,36%, recuperando il livello pre-Lehman Brothers solo nel 2022, con il rimbalzo post-Covid”.
Restringendo il periodo di osservazione, rispetto al pre-covid, ovvero al 2019, l’indice dell’export extra EU è cresciuto di ben il 23% (+32% rispetto al crollo del 2020): “Ad esclusione del biennio 2008-2009, con la crisi finanziaria, e del 2020, con i lockdown mondiali, la crescita è stata sempre costante, ma è diventata davvero vertiginosa dal 2021 – aggiunge il Vicepresidente di Confindustria Vicenza -. Siamo ovviamente felici perché questi dati raccontano bene la dinamicità e la qualità delle nostre aziende, caratteristiche che permettono loro di essere i campioni del mondo dell’export anche in condizioni difficili. Dall’altra parte, non bisogna cantare vittoria. Confermare la crescita degli ultimi due anni sarà davvero arduo e gli ostacoli futuri sono davvero enormi, ma credo che si debba essere grati alle imprese esportatrici vicentine perché portano, e sono sicuro che porteranno anche in futuro, lavoro, valore aggiunto, occupazione e surplus commerciale ultra-positivo. In un’Italia indebitatissima e in crisi demografica drammatica, questi risultati rappresentano davvero un’ancora di salvezza per il bilancio dello Stato”.
Per favorire la penetrazione delle aziende vicentine nei mercati esteri, Confindustria Vicenza, prima in Veneto, ha messo a disposizione delle aziende associate “l’Atlante delle imprese vicentine nel mondo” (completo di analisi opportunity/risk paese per paese di SACE), che permette di visualizzare in quali Paesi siano posizionate le aziende beriche, di modo da favorire il confronto tra imprenditori e manager e sfruttare la forza del networking tra imprese dello stesso territorio.
In questo contesto, il Vicepresidente Dolcetta sottolinea quando sia importante la cura della reputazione del Paese all’estero: “Rispetto ad altre realtà, penso ad esempio alla Francia, facciamo sempre tanta fatica a presentare in maniera degna, all’estero, il Sistema-Italia. Divisioni, mancanza di programmazione e anche drammatiche sottovalutazioni, troppe volte relegano il nostro Paese a rappresentazioni macchiettistiche dei propri valori, che invece sono grandi e vanno raccontati per bene, anche perché l’immagine di un Paese incide in maniera diretta sulle strategie commerciali ed economiche delle imprese internazionalizzate. Non possiamo limitare la nostra reputazione alla pizza e alla Torre di Pisa. Non tanto perché queste non siano eccellenze mondiali di cui andare orgogliosi, anzi, bensì perché abbiamo anche tantissimi altri punti di forza su cui fare leva. Però ci vuole serietà e sono quindi francamente comprensibili le recenti preoccupazioni rispetto alla campagna promozionale dell’Italia all’estero. Non solo e non tanto per la scelta creativa, su cui si può lungamente discutere e avere anche opinioni discordanti, ma soprattutto per l’incuria nelle pubblicazioni del portale online di presentazione dell’Italia all’estero, un sito ricchissimo di errori gravi e anche di strafalcioni inqualificabili nelle traduzioni. Sulla serietà e sulla qualità, sicuramente, ci sarebbe da prendere esempio dalle eccellenze manifatturiere italiane e vicentine che invece rappresentano il Paese con grande successo e orgoglio in tutto il mondo”.