Nel primo semestre del 2024 il bilancio del mercato del lavoro dipendente privato in Veneto è positivo per +76.800 posizioni di lavoro. Seppur in linea con i risultati registrati nell’analogo periodo del 2019, il saldo rimane al di sotto delle performance del biennio precedente, soprattutto in confronto ai livelli particolarmente elevati raggiunti nella prima metà del 2023 (+84.300).
Tale rallentamento rispetto allo scorso anno è dovuto prevalentemente alla contrazione delle assunzioni nel periodo (-2%) concentrata a giugno (-7%), mese che registra inoltre un saldo (+13.900) in ridimensionamento rispetto al biennio precedente al quale contribuisce anche il leggero aumento delle cessazioni.
Dal punto di vista contrattuale, nei primi sei mesi del 2024 il saldo relativo al tempo indeterminato è positivo (+16.600) ma in flessione rispetto al 2023 (+22.100); nel periodo, registrano una significativa riduzione le assunzioni (-6%) e le trasformazioni (-5%) a fronte di una più lieve diminuzione nelle cessazioni (-1%).
Nel mese di giugno il bilancio di questa tipologia contrattuale (+1.500) è inferiore a quello dell’anno precedente a seguito del calo delle assunzioni (-9%).
Per quanto riguarda il tempo determinato, il saldo del periodo è positivo (+58.000), in linea con lo scorso anno grazie al bilanciamento tra la riduzione delle trasformazioni (-9%) e l’aumento delle cessazioni (+2%); nel singolo mese di giugno il bilancio per questa tipologia contrattuale, pari a +11.800 posizioni di lavoro, è meno favorevole rispetto all’analogo mese del 2023 (+15.400) per via soprattutto del calo delle attivazioni (-6%), ma anche dell’incremento delle cessazioni (+3%).
In relazione all’apprendistato, le dinamiche osservate nei primi sei mesi del 2024 evidenziano un saldo positivo (+2.200) ma in contrazione rispetto al 2023 a seguito di una riduzione degli avviamenti (-8%) e un aumento delle trasformazioni (+19%).
Il calo osservato nelle assunzioni registrate tra gennaio e giugno rispetto agli analoghi mesi del 2023 riguarda i rapporti di lavoro a tempo pieno (-3%), e interessa in particolare la componente femminile (-5%).
I contratti part-time mostrano una crescita del +2%, imputabile soprattutto alla componente maschile (+6%) e a specifiche dinamiche settoriali nell’agricoltura e in alcuni ambiti del terziario. L’incidenza del part-time sul totale delle assunzioni continua ad essere particolarmente elevata: nell’ultimo mese è pari al 37% e risulta in crescita per entrambi i generi pur rimanendo più alta per le donne (51% contro il 27% degli uomini).
Con riferimento alle principali caratteristiche socio-anagrafiche, il bilancio occupazionale del primo semestre del 2024 risulta positivo ma in diminuzione per tutte le componenti, soprattutto tra donne e italiani. Guardando alle assunzioni, nel confronto con l’anno precedente si rileva un calo diffuso, più marcato per gli italiani (-5%), le donne (-3%) e gli adulti (-4%); fanno eccezione gli stranieri (+6%) e i senior (+4%).
Nel mese di giugno il saldo risulta positivo ma in contrazione per entrambi i generi e le cittadinanze; in merito alle attivazioni, si osserva una riduzione per tutte le componenti socio-anagrafiche, eccetto che per quella straniera (+3%).
Il saldo nei primi sei mesi del 2024 è positivo per tutte le province ma in ridimensionamento rispetto all’analogo periodo del 2023 soprattutto a Padova, Vicenza e Treviso.
La domanda di lavoro diminuisce nei territori di Venezia (-5%), Vicenza (-4%), Treviso (-2%) e Padova (-1%), mentre registra un incremento a Belluno (+4%) e Verona (+2%).
A giugno il bilancio occupazionale risulta inferiore rispetto a quello dello stesso mese del 2023, in particolare nei territori di Venezia, Vicenza e Padova, unica provincia a registrare un saldo mensile negativo. Guardando alla domanda di lavoro nel mese, per Venezia si osserva una riduzione delle assunzioni (-13%) che riguarda prevalentemente i contratti di brevissima durata attivati nell’ambito dell’editoria e cultura.
Dal punto di vista settoriale, i dati riferiti al primo semestre del 2024 mostrano bilanci positivi per tutti i tre macro-settori.
Per l’agricoltura il saldo è di +9.000 unità, in linea con quello dello stesso periodo dell’anno precedente.
L’industria segna un bilancio positivo (+8.000) seppur in progressivo ridimensionamento rispetto al biennio precedente: tale andamento è determinato prevalentemente, nel made in Italy, dall’industria tessile e abbigliamento (che condivide con quella calzaturiera un saldo negativo in contrapposizione agli altri ambiti industriali), e soprattutto dal metalmeccanico.
Quest’ultimo comparto presenta un saldo positivo per +1.400 unità ma lontano rispetto ai risultati del medesimo periodo dello scorso anno (+4.500) per via soprattutto dell’andamento dell’ultimo mese: il bilancio di giugno era pari a +500 unità nel 2023, mentre quest’anno risulta negativo per -200 posizioni di lavoro in essere.
Nelle costruzioni, il bilancio semestrale è in linea con quello dell’anno precedente nonostante la lieve contrazione registrata negli ultimi due mesi.
Il volume complessivo delle assunzioni avvenute nell’industria tra gennaio e giugno cala del -8% rispetto allo stesso periodo del 2023: tale riduzione interessa tutti gli ambiti – ad eccezione delle costruzioni (+6%) e dell’occhialeria –, in particolar modo il metalmeccanico ed alcuni comparti del made in Italy (industria tessile e abbigliamento e calzaturiera).
Nel terziario il saldo relativo alla prima metà del 2024 (+59.800) risulta meno favorevole dell’anno precedente (+62.800) ma superiore ai livelli del 2022 (+54.100).
Il bilancio positivo del macro-settore è trainato dai servizi turistici (+40.800), sebbene in questo comparto a giugno si osservi una contrazione della crescita occupazionale rispetto alle performance del 2023; le attività turistiche nell’ultimo mese possono aver risentito dell’instabilità delle condizioni meteorologiche e della cadenza di alcune festività.
Per quanto riguarda il comparto della logistica, il saldo negativo registrato nel mese di giugno (-300) accentua il rallentamento della crescita occupazionale relativo all’intero semestre.
I nuovi contratti attivati nel periodo per il terziario sono leggermente inferiori rispetto al 2023 (-1%), e in aumento esclusivamente per i servizi di pulizia (+11%, gli unici a registrare un incremento del saldo semestrale); all’interno del terziario avanzato, per l’editoria e cultura si osserva un calo dei reclutamenti rispetto alla prima metà del 2023, quando erano stati registrati alcuni picchi (uno dei quali a giugno) di attivazioni di contratti di brevissima durata (soprattutto in ambito cinematografico).
La lieve crescita delle conclusioni contrattuali registrate nel mese di giugno (+1% sul 2023) è riconducibile soprattutto all’aumento osservato nelle cessazioni per fine termine (+7%); tale incremento ha interessato in particolare il settore agricolo e i servizi turistici.
Il ritardo strutturale delle comunicazioni obbligatorie relative ai rapporti di lavoro in somministrazione consente di osservare i dati aggiornati per questa tipologia contrattuale con riferimento a maggio 2024. Nei primi cinque mesi dell’anno le missioni attivate presso aziende utilizzatrici localizzate in Veneto sono complessivamente 55.000 (-8% sul 2023); il saldo risulta di poco inferiore all’anno precedente: dopo le performance particolarmente positive del mese di aprile, a maggio il bilancio torna ad essere meno favorevole del 2023 a seguito della contrazione delle assunzioni (-6%).
Gli ingressi in condizione di disoccupazione nel primo semestre del 2024 sono stati complessivamente 58.600, in linea con i livelli dell’analogo periodo dell’anno precedente (+2%): all’aumento delle Did rilasciate dagli inoccupati (7.000, 700 in più rispetto al 2023) si contrappone il calo di quelle relative ai disoccupati veri e propri (51.600, -2%), ovvero la principale componente dei disponibili iscritti ai Centri per l’impiego della regione. Guardando agli ingressi complessivi in disoccupazione, si osserva un aumento rispetto allo stesso periodo del 2023 di quelli relativi a stranieri (+8%), uomini (+4%) e giovani (+4%). Per quanto riguarda gli inoccupati, le Did rilasciate risultano in aumento soprattutto per uomini e stranieri.