21/02/2023

Mercato del lavoro in Veneto: inizio anno stabile, domanda in aumento del 5% sul 2022

La Bussola di Veneto Lavoro per il mese di gennaio 2023.

Il mese di gennaio si contraddistingue per essere un periodo dell’anno con un elevato numero di assunzioni e quindi positivo per l’occupazione veneta, nonostante il saldo risulti condizionato dalle scelte metodologiche che posticipano al 1° gennaio la registrazione delle conclusioni contrattuali di fine anno.

Questo inizio di 2023 ha evidenziato un andamento sostanzialmente stabile, con un saldo tra assunzioni e cessazioni appena negativo (-161 posizioni lavorative) e un aumento della domanda di lavoro del 5% rispetto allo scorso anno.

Il bilancio occupazionale, migliore rispetto a quelli registrati nel 2022 e nel 2021 ma ancora al di sotto della situazione pre-pandemica, è frutto della perdita di 9.000 rapporti a tempo determinato non del tutto bilanciati dall’aumento dei contratti stabili (+8.800) e da un saldo dei contratti di apprendistato quasi invariato (+69).

Le assunzioni sono state complessivamente 58.250 (+5%), con una crescita più marcata per donne (+7%), stranieri (+8%) e giovani under 30 (+7%). Prosegue in questo inizio di 2023 la tendenza alla stabilizzazione dei rapporti a termine: le trasformazioni sono state complessivamente 10.400 (+11%), per la maggior parte dei casi relative a contratti a tempo determinato. La spinta delle qualificazioni dall’apprendistato, particolarmente marcata fino all’autunno 2022, sembra invece essersi esaurita.

Sul versante delle cessazioni, complessivamente 58.400 (+2%), la causa prevalente rimane la conclusione di rapporti a termine, che costituiscono il 60% del totale. Le dimissioni rappresentano il 28% e risultano in leggera diminuzione rispetto a gennaio 2022 (-6%). In lieve calo anche i licenziamenti (-7%), che in termini assoluti pesano tuttavia appena per il 6% sul totale delle cessazioni.

L’andamento settoriale è condizionato dagli aspetti ciclici che caratterizzano il mercato del lavoro veneto in questo periodo dell’anno. I servizi registrano 29.500 assunzioni, il 16% in più rispetto al 2022, con picchi del +34% nel turismo, ma anche un saldo negativo particolarmente ampio (-3.800), dovuto alla stagionalità e alla preponderanza delle cessazioni sulle assunzioni. Editoria e cultura beneficiano del traino degli eventi artistici e delle attività cinematografiche concentrate nel veneziano, registrando 2.200 assunzioni, seppure con contratti di breve durata. Lieve calo delle attivazioni nell’ingrosso e logistica (-2%) e nei servizi alla persona (-9%). 

L’industria, meno esposta alla stagionalità e a flussi di entrata e uscita dal mercato del lavoro particolarmente vigorosi, continua ad evidenziare un assorbimento di posti di lavoro a tempo indeterminato a scapito di quelli a termine e ad ampliare il proprio bacino di posti di lavoro stabili. Ne deriva un saldo positivo di circa 4.000 posti di lavoro in più, nonostante un calo della domanda di lavoro pari al -4%. L’incremento dei posti di lavoro si concentra nel metalmeccanico (+1.600) e nel Made in Italy (+1.500), caratterizzato dall’andamento particolarmente positivo dell’industria alimentare. I comparti che nel 2022 avevano registrato risultati molto positivi, come il calzaturiero e l’occhialeria, mostrano invece quest’anno una variazione più contenuta in termini di saldi e negativa sul fronte delle assunzioni.

Più strutturale il calo dell’agricoltura, che oltre a una diminuzione delle assunzioni (-4%) evidenzia anche un saldo negativo per circa 300 posti di lavoro dipendente.

A livello territoriale, un andamento particolarmente positivo si registra a Venezia, dove le 12.100 assunzioni riportano il volume dei reclutamenti ai livelli pre-crisi e segnano una crescita del 33% rispetto al 2022, pur in presenza di un saldo occupazionale negativo (-400) legato all’alto turnover in entrata e in uscita dal mercato del lavoro nelle zone con elevata stagionalità e concentrazione di rapporti a termine. Tendenza analoga a Verona, dove si registra un aumento delle assunzioni del +6% e un saldo mensile negativo per 700 posizioni lavorative. La domanda di lavoro risulta invece in calo nelle altre province venete: -5% a Padova e Belluno, -3% a Treviso, Vicenza e Rovigo. I saldi sono negativi a Belluno (-300) e Padova (-300), positivi a Treviso (+700), Vicenza (+500) e Rovigo (+300).

A gennaio sono state presentate 13.200 dichiarazioni di immediata disponibilità (Did), con un aumento pari al +14% rispetto al 2022, dovuto prevalentemente alla ritrovata vivacità del mercato del lavoro regionale. I disoccupati iscritti ai Centri per l’impiego del Veneto risultano complessivamente 321.500, cui si aggiungono 83.600 soggetti in sospensione perché occupati temporaneamente o perché in conservazione della condizione di disoccupazione per ragioni di reddito.

Tutti i dati sull’andamento del mercato del lavoro veneto nel mese di gennaio sono disponibili nella Bussola pubblicata nella sezione dedicata del sito di Veneto Lavoro, www.venetolavoro.it.



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