02/09/2025

Orafo-argentiero: nel 2024 fatturato in crescita del 5%. Vicenza tra i distretti migliori (+8%)

L'indagine Mediobanca e Confindustria Federorafi: prospettive 2025 tra incertezze globali, calo dell’export e allerta dazi USA.

L’Area Studi Mediobanca e Confindustria Federorafi hanno presentato i risultati della nuova indagine sul comparto orafo-argentiero-gioielliero italiano, condotta su circa 250 società di capitali con fatturato superiore ai 5 milioni di euro. Le imprese coinvolte rappresentano oltre il 90% delle vendite del settore.

Il 2024 si è chiuso con un fatturato in crescita del +5% rispetto all’anno precedente. Spiccano i risultati dei distretti di Arezzo e Vicenza (+8%), mentre Valenza ha registrato una contrazione del -3%. Guardando al 2025, il quadro è incerto: il 45% delle aziende prevede un aumento dei ricavi, il 43% teme un calo e il 12% indica stabilità. A livello territoriale, emerge maggiore fiducia ad Arezzo (52%) e Valenza (50%), mentre Vicenza mostra un equilibrio tra ottimisti (42%) e pessimisti (46%).

Incertezze globali e pressioni competitive pesano sulle previsioni. Oltre il 77% delle imprese segnala la geopolitica come principale fonte di rischio, seguita dall’inasprimento delle politiche protezionistiche (61,9%) e dalla concorrenza di prezzo (41,3%). Nonostante ciò, oltre 6 imprese su 10 puntano su nuovi mercati e il 60% su nuovi prodotti e servizi. Forte anche l’attenzione a investimenti tecnologici (44,6%).

Sul fronte ESG, il comparto resta indietro rispetto alla media del IV Capitalismo (61,5% vs oltre 80% delle imprese manifatturiere), ma si distingue per l’inclusività di genere: le donne rappresentano il 51% della forza lavoro, con punte del 63% a Vicenza (contro il 28% della media manifatturiera italiana). Tuttavia, solo il 18% delle aziende utilizza energia rinnovabile per oltre l’80% del fabbisogno e meno della metà ritiene realistico il raggiungimento della neutralità climatica al 2050.

La sezione dedicata al commercio estero evidenzia nubi all’orizzonte: nei primi cinque mesi del 2025 l’export ha registrato un calo del -15,2%. Inoltre, l’accordo USA-UE del 27 luglio 2025, con l’introduzione di un dazio del 15% sui prodotti orafi, potrebbe erodere fino al 75% del valore aggiunto per le PMI, costringendo le imprese ad aumentare i prezzi del +20% sul mercato statunitense. Una misura che rischia di pesare soprattutto sul prodotto unbranded.

Il report completo è disponibile gratuitamente sul sito www.areastudimediobanca.com.