08/11/2022

Valdastico Nord, tracciato approvato da Trento: la posizione di Confindustria Vicenza

La Presidente Dalla Vecchia: “Inutile e costosissima l’uscita a Rovereto sud, un assoluto nonsense dal punto di vista trasportistico”.

Di seguito il commento della Presidente di Confindustria Vicenza Laura Dalla Vecchia:

Decenni a parlare di trovare uno sbocco a Nord e alla fine la grande iniziativa del nuovo corso di Trento è approvare una inutile, quanto costosissima, uscita a Rovereto sud.

Decenni a ricercare compromessi, soluzioni progettuali all'avanguardia, un percorso che rispettasse, più che giustamente, le necessità viabilistiche, urbanistiche, ambientali, di rispetto della vita degli abitanti e dei diritti delle persone che lavorano, e la soluzione approvata dalla Giunta trentina, oltre alle delicatissime criticità geologiche, va invece a costituire un assoluto nonsense dal punto di vista trasportistico.

Il sistema economico vicentino rappresentato dalla Camera di Commercio si era già espresso nella primavera 2019 sulla “ipotesi Rovereto”, evidenziando come non basti uno sbocco qualsiasi sulla A22 per giustificare l’innegabile sacrificio che in termini di consumo di suolo e di impatto ambientale verrebbe imposto alla Valle dell’Astico.

Tale sacrificio deve, infatti, trovare compensazione nel servizio trasportistico offerto dall’infrastruttura alle comunità e agli operatori economici dell’Alto Vicentino e dell’intera provincia berica, servizio del tutto assente nel caso in cui tra la fine del tratto veneto e lo sbocco sulla A22 vi sia un’irrazionale deviazione in direzione sud-ovest.

Inoltre, un simile tracciato risulta del tutto ininfluente rispetto ai flussi di traffico sulla S.S. 47 “Valsugana”, rinunciando ad ogni effetto di sistema tra la Superstrada Pedemontana Veneta (SPV) e la A31 nella gestione dei traffici che interessano l’area bassanese e del nord ovest trevigiano.

La recente decisione della Giunta provinciale trentina costituisce l’ultima, sconfortante, puntata di una storia assurda, iniziata nel lontano 1965, che vede due territori, considerati tra i più dinamici e legati all'Europa centrale, incapaci di condividere un collegamento infrastrutturale moderno ed efficiente!

Si tratta di un grandioso fallimento, su tutta la linea. Progettuale e politico, in primis.

Se in passato si fosse ragionato con lo stesso miope localismo, non avremmo neanche la A4. Chi ha responsabilità politiche ed istituzionali deve rendersi conto che se come Nordest restiamo fermi, il mondo continua a muoversi lo stesso. Non ci aspetta. Tantomeno sta ad aspettarci per 60 anni!

Inoltre, tutti devono essere consapevoli che anche il lavoro si muove e lo fa con una velocità che evidentemente molti decisori non sono in grado di comprendere, facendo così del male irrimediabile alle proprie comunità. Gli imprenditori stanno cercando di salvare il lavoro sul territorio e si augurano che le istituzioni e la politica li supportino adeguatamente, anziché remare contro.