28/02/2013

Le Puma diventano biodegradabili con il polimero della veneta Api

Le scarpe del noto marchio tedesco sfrutteranno una tecnologia messa a punto dalla pmi fondata a Bassano.

DALLO SCARPONE DA SCI... - Le prossime Puma saranno totalmente biodegradabili. E questo grazie ad una tecnologia totalmente italiana, messa a punto non da una multinazionale della chimica, ma da una pmi veneta che si chiama Api. Il formato dell’azienda è quello tipico dell’humus imprenditoriale nordestino, tanta innovazione e flessibilità, grande predisposizione internazionale. Nel 2012 dovrebbe fatturare attorno ai 40 milioni di euro. In circa 50 anni si è ritagliata una posizione egemone nel settore delle plastiche “morbide”, al punto che Puma l’ha scelta per sviluppare una scarpa amica dell’ambiente. L’azienda viene fondata a Bassano del Grappa, nel vicentino, a fine anni Sessanta da Sergio Brunetti. Poi si sposta a Mussolente, altro piccolo comune della provincia berica. Da qui negli anni si specializza nella realizzazione di materiali in plastica. Era conosciuta nel mondo, almeno fino all’accordo con la multinazionale tedesca di abbigliamento sportivo, per una grande invenzione nel mondo dello sci. A fine anni Sessanta Api individua infatti nel poliuretano termoplastico, il polimero ideale che permetterà lo sviluppo del primo scarpone da sci in plastica (l’azienda lo realizzò per Tecnica, leader mondiale in questo comparto). E così, a colpi di innovazione e ricerca, ha migliorato la sua posizione sul mercato, mantenendo una dimensione, che consente all’azienda di essere flessibile e molto veloce sia nella fase di sperimentazioni su nuovi materiali che dell’applicazione finale.

... ALLE SNEAKERS PUMA - È proprio così, spiega Carlo Brunetti, figlio del fondatore Sergio, che Puma è arrivata a loro: «Nella plastica, banalmente, si pensa che non ci sia più nulla da inventare. Lo sviluppo dei primi anni in termini di innovazione sui materiali plastici si è in effetti affievolita. Ma per le aziende come noi l’avvento della filosofia green, del riciclo dei materiali e la ricerca di formule totalmente verdi ha aperto nuovi spazi di opportunità. Così abbiamo iniziato nel 2006 a studiare un materiale plastico morbido che fosse totalmente biodegradabile ed utilizzabile nel settore delle calzature. Nel 2008 abbiamo brevettato Apinat Bio, prima, e a quanto mi risulta, unica famiglia al mondo di elastomeri soft biodegradabili (plastica morbida riciclabile e biodegradabile al 90% ndr)». Brunetti porta il nuovo prodotto alle fiere di settore. Puma ne viene a conoscenza, ma prova a cercare in giro per il mondo se c’è un’altra tecnologia simile. Non ci riesce. Così gli uomini di Puma si presentano a Mussolente «L’accordo prevede che noi forniamo la tecnologia solo a loro», dice Brunetti. Le bioplastiche Apinat Bio sono state usate per la Sneaker Puma InCycle Basket che farà parte della prossima collezione primavera-estate 2013. Nel settore calzaturiero, a parte Puma, Api fornisce altre case, anche di alta moda (come Gucci), il comparto automotive, per esempio le coperture dell’airbag, e il settore del packaging.